“A beneficiare del Reddito e della pensione di cittadinanza nella nostra provincia sono 2825 famiglie per un totale di 5881 uomini e donne. Per loro il provvedimento studiato dal governo nazionale offre un importo mensile medio di 465 euro”. La Uil di Rieti e della Sabina romana rende noti i dati aggiornati a questo mese relativi al decreto legge introdotto dal governo nazionale nel gennaio del 2019 per contrastare la povertà e favorire il reinserimento nel mondo del lavoro.
“Dalla nostra elaborazione statistica – spiega Alberto Paolucci (nella foto) segretario della Uil di Rieti e della Sabina romana – al netto degli esclusi da questo provvedimento, dalla prima erogazione dello scorso aprile, scopriamo che sono le famiglie di età inferiore a 67 anni a beneficiare di più del reddito (2433 nuclei) con 5450 persone coinvolte, per un importo medio di 501 euro. Scende di molto la quota nelle famiglie over 67 che percepiscono la stessa misura, che però in questo caso assume il nome di pensione di cittadinanza: nell’intera provincia reatina si contano infatti soltanto 392 nuclei per un totale di 431 tra anziani e anziane, che insieme percepiscono un importo medio di 239 euro”.
“Complessivamente nella nostra regione sono quasi 93 mila i nuclei familiari che cui è stato riconosciuto il diritto al sostegno economico e oltre 200 mila le persone che lo esercitano – aggiunge l’esponente Uil reatino – Di queste 137mila sono a Roma, 24mila a Latina e 22mila nella ciociara. I nostri numeri sono simili a quelli di Grosseto e provincia, dove complessivamente le famiglie che godono del reddito e della pensione di cittadinanza sono 2634 per un totale di 5516 tra uomini e donne che percepiscono un importo medio mensile di 396 euro. Simili anche alla provincia di La Spezia con 2527 nuclei, 5335 persone coinvolte e assegno medio di 436 euro”.
“Adesso – conclude Paolucci – siamo nella fase due del reddito, quella più calda, quella dove le aspettative si focalizzano sul reinserimento nel mondo del lavoro. Lo scorso anno in pochi ci sono riusciti. Secondo l’Agenzia nazionale delle politiche attive a dicembre 2019 solo il 3,6 per cento del totale dei percettori del Reddito. E’ qui che bisogna fare di più: servono correttivi. Ma servono anche gli investimenti sia pubblici che privati, perché questi sono la strada maestra per creare e far ripartire il lavoro”.