“Non riponiamo alcuna fiducia nella politica urbanistica di questa (e della precedente) Amministrazione e per questo motivo non abbiamo approvato la Delibera che contiene la convenzione con la Regione Lazio che permetterà varianti urbanistiche (e tanto altro) senza alcun reale controllo sovraordinato.
Nessuna delega in bianco ad una Amministrazione che ha detto in campagna elettorale di voler realizzare un nuovo Piano Regolatore ma che si contraddice nel momento in cui annuncia che proseguirà nella politica, già praticata dalla precedente, dello “spezzatino urbanistico”.In sostanza, la nostra contrarietà alla Convenzione è stata determinata dalla sfiducia verso una maggioranza poco incline al rispetto delle regole, contraddittoria e fortemente contrapposta al proprio interno.
Da un lato l’ex assessore all’Urbanistica Emili che, continuando ad esaltare l’operato suo e di Cicchetti, in realtà non fa altro che far emergere come, quanto deliberato dalla precedente Amministrazione, non sia condiviso né dall’attuale maggioranza né dai cittadini, le cui aspettative sarebbero state “per tanti anni disattese”.
Dall’altro i “nuovi” amministratori (l’attuale Sindaco non ricopriva la carica di Vicesindaco quando era assessore Emili, votando tutte le delibere da questi proposte?) che, con gli atti di natura e rilevanza urbanistica già assunti e con quelli annunciati, sparsi sul territorio cittadino senza alcuna visione complessiva, evidenziano intenzioni procedurali non in linea con il sistema di norme che presiede tali attività.
Il quadro complessivo che ne emerge, dunque, è tale da non assicurare alcuna garanzia sull’uso corretto e adeguato delle semplificazioni procedurali contenute nella legge regionale n. 19/2022 (nata, è bene ricordarlo, per Roma Capitale), con il rischio di trasformare la semplificazione in deregulation. Serve, piuttosto, una nuova programmazione urbanistica che coinvolga realmente la città e metta fine alle continue deroghe che consumano territorio e tutelano pochi interessi privati ai danni dell’interesse pubblico”.