La decisione dell’Amministrazione provinciale in merito alla razionalizzazione della rete scolastica reatina è,a nostro avviso, un esempio di eccesso di zelo fuori luogo.
Passare infatti dalla fase di puro attendismo che lo scorso anno ha portato la stessa amministrazione a non avanzare nessuna proposta in merito ad una immediatamente successiva che comporta la riduzione di ben 7 ( sette ) presidenze ( su un totale di 10 in tutta
Sarebbe stato opportuno, procedere con cautela soprattutto in un momento in cui per la scuola secondaria di secondo grado sono ancora incerti sia i nuovi indirizzi di studio sia la confluenze delle vecchie classi di concorso nelle nuove definite dalla Riforma Gelmini.
Lo SNALS-CONFSAL è ben consapevole che la maggior parte delle Istituzioni scolastiche presenti nel reatino è sotto dimensionata rispetto ai criteri definiti dalle norme per l’attribuzione dell’Autonomia scolastica (min 500- max 900) così come lo sono molti plessi con meno di 50 alunni, ed è altrettanto consapevole che il processo di razionalizzazione è inevitabile ed in alcuni casi anche necessario per adeguare ai tempi percorsi di offerta formativa spesso limitati a causa di spazi e strutture inadeguate, ma è anche certo che il tutto e subito che la provincia ha offerto su un piatto d’argento alla Regione Lazio non solo non risolve ad oggi i problemi della scuola reatina, ma li aumenta.
Sarebbe stato opportuno, e senza dubbio più funzionale operare, in accordo con tutte gli attori coinvolti, per un piano biennale e graduale di dimensionamento tale da garantire maggiore stabilità per chi opera nella scuola e corsi di studio al passo con i tempi invece di Istituzioni superiori rabberciate grossolanamente in base ai numeri o per simpatie pseudo politiche verso i dirigenti che le guidano.
La nostra sigla sindacale auspica che il breve spazio temporale ancora a disposizione della Giunta provinciale possa essere utilizzato per una accurata riflessione sulla proposta definitiva da inoltrare alla regione entro martedì primo dicembre, riflessione che possa portare ad una revisione del piano più attinente e funzionale alle necessità del territorio, revisione guidata dalla cautela che impone una fase transitoria, delicata e difficile da gestire come quella attuale.