Abbiamo letto il comunicato dell’Associazione Area, in merito all’ordine del giorno sulla RU486 respinto in consiglio provinciale.
Purtroppo una grande confusione, anche costruita ad arte, regna in questo campo; e non aiuta a dissiparla questo comunicato dell’Associazione Area, che non dice ai cittadini ed ai lettori cosa questo ordine del giorno proponesse nella pratica. Quindi, invece che l’ordine del giorno, cercheremo dire la nostra sul commento.
Si dice: "La scarsa informazione sulla RU486 ha portato alla banalizzazione di un atto che non viene più percepito come un aborto".
Una premessa che si fa da oltre 30 anni è che l’aborto, sia chirurgico che farmacologico, è sempre un dramma; e far intendere che ci siano donne che lo possano vedere come contraccettivo, è una offesa ancor più al buon senso comune che alle donne.
Ma andiamo al punto della frase: chi venisse dalla Francia, dove la RU486 è in uso da 20 anni, e leggesse quella frase, potrebbe pensare che, dopo qualche anno di uso della RU486 in Italia, si sia rilevato un aumento degli aborti.
Invece segnaliamo ai non informati che della RU486, approvata a fine luglio dall’Agenzia del Farmaco (dopo un biblico procedimento) non se ne è ancora avuta traccia né sulla Gazzetta Ufficiale né tantomeno negli Ospedali.
Si tranquillizzino quindi, Costini, Silvi, Salini e tutta l’Area: le donne non hanno ancora avuto il tempo per banalizzare niente.
Ma se quello che si chiedeva era "informazione ed educazione nei confronti delle giovani generazioni", non possiamo che essere d’accordo: per far diminuire ancora di più gli aborti, occorre informazione e supporto alla contraccezione; è questa la strada che dovrebbe stare a cuore a chi vede nell’aborto un omicidio. Questo è evidente laddove si analizzino i dati ministeriali sull’andamento delle interruzioni di gravidanza, in relazione ad età, istruzione, residenza, e soprattutto cittadinanza: se la cifra degli aborti in Italia è in continua decrescita, ormai metà di essi vede coinvolta una non italiana.
Purtroppo, in attesa di conoscere i dettagli dell’ordine del giorno, dubitiamo che sia su QUESTA informazione contraccettiva (normale o di emergenza – la cosidetta pillola del giorno dopo) che l’associazione Area chieda degli sforzi, al Governo o alla Provincia e, perché no, al Comune.