"ECOSISTEMA URBANO 2012", RIETI SALE AL 17° POSTO

Rieti, smistamento rifiuti a Casapenta

Dal rapporto annuale di Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 “Ecosistema Urbano” sullo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia, Rieti, in controtendenza rispetto agli altri capoluoghi migliora di poco la sua posizione e si classifica al 17° posto.

Roma e il Lazio soffocano tra ingorghi e smog, in quanto a traffico non ci batte quasi nessuno: tra le grandi città italiane peggio di Roma, con 70 auto ogni 100 abitanti, fa solo Catania,  Latina rimane saldamente ultima tra le medie con 73 auto/100 abitanti; Viterbo penultima tra le piccole con 75 auto/100 abitanti, Frosinone 43a su 45 con 73 auto/100 abitanti., Rieti 37a con 70 auto/100 abitanti. Altrettanti i motocicli circolanti, con la Capitale è in vetta a livello regionale con 15 motorini ogni 100 abitanti, seguita da Viterbo che ne conta 14, Latina 12, Rieti 11 e Frosinone 9.

Lo smog torna a peggiorare in quattro capoluoghi su cinque: la Capitale cresce per la concentrazione di biossido di azoto (NO2) e con 60,2 microgrammi supera decisamente la soglia di 40 microgrammi per metro cubo (media annua) considerata pericolosa per la salute umana, così come Latina con 45; risalgono le polveri sottili PM10, a Roma da 30,7 microgrammi per metro cubo nella media annua a 33,6 a Latina da 28,5 a 32, a Rieti da 23 a 27.

Crescono i giorni di superamento del limite per l’ozono (O3), con 19,1 giorni a Roma e 36 a Rieti. A Frosinone rimane una situazione molto preoccupante, con qualche miglioramento che non riporta però il capoluogo nei limiti di legge: la concentrazione di biossido di azoto (NO2) cala da 48 a 40,5 microgrammi per metro cubo, quella delle polveri sottili PM10 da 46,5 a 43,8 microgrammi, mentre i giorni di superamento per l’ozono sono ben 64.

I rifiuti ci sommergeranno? Nel Lazio sembra proprio di sì. Diminuisce ovunque la produzione, come nel resto del Paese, ma le città del Lazio rimangono tra le peggiori nel panorama italiano. Roma con i suoi 645,7 kg di rifiuti pro-capite prodotti all’anno è tra le peggiori grandi città italiane (11a su 15), ma il problema è di tutto il Lazio visto che Latina produce ben 585,3 kg/ab/anno, Frosinone 557,8 kg/ab/anno, Rieti 502,5 kg/ab/anno ed infine Viterbo 499,8 kg/ab/anno. La differenziata cresce a passi da lumaca, si scelgono ancora poco i sistemi porta a porta e i risultati sono ben lontani dalla media nazionale: se Verona è al 52,7% e Torino al 43,7%, Roma fa un timido passetto avanti dal 21,6% rimanendo inchiodata al 24,2%; Rieti rimane al 14,9% e Viterbo dal 10,9% al 14,3%, mentre Latina dal 29,2% risale al 30,8% e Frosinone, dal 15,1% va al 17,6%.

Sul fronte idrico, assurde sono le perdite d’acqua nella rete: Roma sale dal 27% al 36%, ma il dato peggiore rimane quello di Latina con il 62% di perdite idriche, seguita da Rieti con il 45%, Frosinone con il 39%; peggiora anche Viterbo dall’11% al 14% di perdite di rete, quarta nel Paese tra le città piccole. Migliora la depurazione: l’efficienza del sistema di depurazione a Roma torna al 97%, Latina sale al 99% e Rieti al 90%, mentre Viterbo rimane al 95% ma Frosinone non sale e rimane solo all’80%.

Per il verde urbano fruibile (esclusi parchi e aree protette) i numeri restano quelli dell’anno precedente (non essendo stati validati quelli più recenti), bassi rispetto alla media nazionale: a Rieti sono 19,05 mq per abitante, il valore più alto tra i capoluoghi laziali, a Roma 12,55, a Frosinone 12,28, Viterbo solo 2,42 mq/abitante e Latina 4,08.

“L’assordante assenza di politiche regionali utili ai cittadini in questi due anni e mezzo di governo è dimostrata dai dati di Ecosistema urbano – afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -. Lo smog è tornato a crescere quasi ovunque, in mancanza di politiche per la qualità dell’aria che applicassero il piano di risanamento regionale, puntando sul trasporto pubblico e su iniziative coordinate tra le varie città; sull’acqua abbiamo assistito solo all’annullamento degli investimenti del piano di tutela delle acque, mentre il problema dell’arsenico rimane irrisolto in tanti Comuni e non si investe per contrastare perdite idriche allucinanti; nulla si è mosso sulle politiche energetiche e il piano energetico regionale non è stato approvato nemmeno in questa consiliatura, mentre è stata talmente evidente l’incapacità di gestire la partita sui rifiuti tanto che la Regione ha preferito farsi commissariare”.

“Serve un nuovo rilancio di queste politiche – conclude Avenali – che se messe in campo, non solo migliorerebbero la qualità della vita dei cittadini, ma creerebbero anche tanti posti di lavoro, aiutando il Lazio a uscire dalla crisi.