Presieduta dal Prefetto Reggiani, si è tenuta oggi, in Prefettura, una riunione per fare il punto della situazione rispetto agli impegni assunti nel precedente incontro nel quale erano stati esaminati i molteplici aspetti connessi con la presenza di cinghiali.
In un clima di fattiva collaborazione, sono intervenuti i rappresentanti della Regione Lazio, dell’ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale), dell’Azienda USL, degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) di Rieti, dei Parchi e delle Riserve Naturali, oltre a quelli di Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, COPAGRI e Coldiretti.
In apertura dei lavori, il Prefetto ha rilevato, quale importante risultato della sinergia ottenuta, l’adozione dei “Piani di assestamento faunistico e venatorio per il prelievo di selezione del cinghiale” predisposti dell’ATC1 e ATC2 di Rieti, entrambi approvati dalla Regione. Mentre il Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga ha predisposto analogo documento di pianificazione; permangono, tuttavia, le criticità dovute alle difficoltà di ristoro dei danni agli agricoltori e quelle relative allo smaltimento delle carcasse ed al recupero degli animali feriti nel corso di incidenti stradali sui quali la Regione si è impegnata a prevedere maggiori risorse economiche.
Un ulteriore elemento positivo e di assoluta novità, ha sottolineato il Prefetto, è stato il “Protocollo di Intesa per il contenimento dell’eccessiva presenza di cinghiali sul territorio regionale”, recentemente sottoscritto dalla Regione Lazio e da Federparchi, Coldiretti e Legambiente. Il Protocollo, che trova applicazione nell’ambito del sistema delle aree protette regionali, assicura la conservazione della specie, prevenendo e limitando rischi e danni alla biodiversità, alla popolazione e alle imprese agricole attraverso l’adozione di misure che integrano le attività di prevenzione e controllo già esistenti. L’accordo prevede, infatti, la realizzazione di una collaborazione costruttiva con i vari soggetti portatori di interessi diversi. Esso costituisce un’importante opportunità per promuovere la collaborazione tra imprese, soggetti gestori, istituzioni, ambiente e territori, in modo da assicurare che le aree protette si configurino come laboratori per la realizzazione di progetti innovativi e per la valorizzazione e lo sviluppo della multifunzionalità agricola, coinvolgendo e rendendo protagoniste le imprese e le collettività che risiedono in tali aree.
Il Prefetto ha sottolineato l’importanza di questo nuovo strumento il cui modello, una volta a regime, realizzando un percorso virtuoso nel pieno rispetto della legalità, potrà essere adottato come best practice anche in altre aree geografiche.
È necessario, ha continuato il Rappresentante del Governo, diffondere la cultura della prevenzione e della condivisione degli obiettivi attraverso un dialogo costruttivo che sappia contemperare i diversi interessi, in modo da realizzare una filiera che coinvolga le istituzioni competenti e l’imprenditoria privata. Diventare, se gestita con consapevolezza e nel rispetto delle regole, un’opportunità di crescita e sviluppo per il territorio.