Destano non poca meraviglia le critiche di Sabina Radicale alla soluzione, peraltro provvisoria, assunta dal Commissario della Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile Guido Zappavigna per risolvere d’urgenza, attraverso la cattura, il problema dei cinghiali che hanno gettato nella disperazione numerosi agricoltori. Lo afferma Alfio Guarnieri responsabile provinciale della Destra per il settore Ambiente e Natura.
È semplicemente ipocrito affermare come fanno i radicali – continua Guarnieri – che non viene rispettato lo Statuto della Riserva solo perché questo consente di catturare gli animali a fini scientifici e di ricerca. In sostanza, dice Sabina radicale, siccome lo Statuto non prevede il caso di calamità (e i cinghiali sono ormai una calamità), la cattura non si può fare. “Non è scritto nella legge” è un modo di fare e di credere tipico dei farisei.
È semplicemente sconcertante anche la richiesta di Sabina radicale di utilizzare le reti elettriche per arrestare l’invasione dei cinghiali. I seguaci di Bonino e Pannella parlino con gli agricoltori della Riserva, così si documenteranno un po’ meglio sull’inefficacia di quel si-stema già sperimentato anche in quella zona con pessimi risultati.
Del tutto ridicolo e risibile poi, prosegue Guarnieri, è il rilievo mosso sulla destinazione degli animali catturati all’azienda Agricontri come stabilito dalla Riserva. Quell’azienda potrà lavorare e vendere le carni dei cinghiali destinando però – come prevede l’accordo – il 40% degli utili alla Caritas diocesana di Rieti. Ed è qui che la Sabina radicale mostra il suo vero volto e il vero motivo della sua contrarietà nei confronti di Zappavigna: la Caritas è roba di preti e i preti per i radicali sono come il fumo negli occhi.
E difatti i radicali chiedono che c’entra la Caritas? Perché non avvantaggiare invece la Lipu o il Wwf?
La Destra reatina e sabina, al contrario della Sabina radicale, apprezza invece la decisione di Guido Zappavigna. Eventuali piccoli utili è bene che vadano, attraverso la Caritas, a tutti coloro che hanno bisogno di un concreto aiuto in questo frangente di profonda crisi economica, e non invece a Lipu e Wwf che sono quelle associazioni che per prime hanno fatto del cinghiale il loro simbolo ambientalista promuovendone la diffusione per tutto il Reatino e finendo così col danneggiare le tasche dei contadini e dei montanari dell’intera provincia.