PRESENTATO A PALAZZO DOSI IL VOLUME PER AGROS

Mezzetti Leggio AntonacciPer ufficializzare la chiusura delle sue attività, il Gal della Provincia di Rieti ha scelto di sottolineare questo evento con la presentazione avvenuta ieri sera a Palazzo Dosi, innanzi a un folto pubblico, di un elegante volume riassuntivo del contenuto, del significato e dell’attività di Per Agros, il Progetto Transnazionale che lega la Sabina alla Galizia, il san Francesco della Valle Santa e il san Benedetto di Farfa, a san Giacomo Maggiore di Compostela e gli Ultimi100Km. della Via Francigena e della Via Benedicti al Cammino di Santiago.

Ciò ha consentito al presidente uscente Enzo Antonacci di compiere una rapida carrellata sul lavoro svolto in poco meno di quattro anni, realizzando l’intero programma volto a promuovere il territorio rurale, con la costruzione del tratto della Via Francigena nei comuni di Torricella, Scandriglia e Monteleone Sabino, con il finanziamento di poco meno di venti agriturismo, e con la realizzazione di un qualificato studio di marketing, definito come Progetto di Comunicazione che ha posto la Sabina, per tre mesi di seguito, l’altr’anno, all’attenzione dei quasi cinque milioni di cittadini della Capitale e del suo hinterland. “Abbiamo la certezza – ha detto Antonacci – di aver imboccato anche noi, come ente territoriale (il secondo per estensione in Italia e il primo nel Lazio) un cammino verso una prospettiva di sviluppo del turismo rurale, culturale e religioso, da cui non potremo tornare indietro anche perché ciò si è reso possibile per il sostegno della Provincia di Rieti, del Consiglio e dell’Assemblea dei 55 sindaci del Gal, delle dieci associazioni private, della Regione, dell’APT e della Sabina Turismo Spa.

Questo volume, dunque, è insieme una sintesi ed un ponte verso il nuovo Gal della Sabina, che già si è formato e di certo verso l’Europa”. La presentazione di Per Agros è stata curata dal prof. Tersilio Leggio, commissario straordinario APT e vi è intervenuta la leva giovane della giunta Melilli e cioè, oltre ad Antonacci, gli assessori Alessandro Mezzetti e Michele Beccarini, che hanno parlato il primo della volontà di puntare molto delle risorse disponibili sullo sviluppo del progetto della Via Francigena, anche per il successo arriso al “Camminiamo sulla via di Roma”, ed il secondo sull’incentivazione delle iniziative a salvaguardia e sviluppo del territorio e per la realizzazione, finalmente!, del Parco fluviale del Velino.

Un particolare saluto è stato portato dal consigliere del Gal Riccardo Guerci, per le numerose realizzazioni dovute alle intese e alla volontà unitaria di tutte le suoe componenti. Leggio ha posto i temi del dibattito, indicando quelli fondanti del turismo religioso e naturalistico, legati alle realtà francescane della Valle Santa e della Sabina benedettina. Per la parte reatina del libro, i due relatori sono stati Chiara Dionisi e Ottorino Pasquetti.

La prima ha illustrato la struttura del lavoro scientifico condotto assieme al gruppo spagnolo che ha redatto le tre monografie galiziane, nonché la veste grafica e l’impostazione cromatica data al volume, il secondo il taglio in prevalenza giornalistico che si è voluto dare alla monografia sabina, che pur non ha tralasciato riferimenti a testi e a pubblicazioni (circa duecento) consultate, rilevando il valore raggiunto dalla pubblicistica locale, ormai vasta, prodotta soprattutto da Provincia, Comuni, Fondazione Varrone, Banche e dagli autori reatini e sabini che vi si dedicano.

Ha rilevato, inoltre, come la recente Biennale del Paesaggio, insieme al testo “Di Terra e di pietra – L’architettura rurale nel paesaggio della provincia di Rieti” di Roberto Lorenzetti, sia stato di fatto una evoluzione importante e dagli sviluppi tutti da disegnare, dello stesso Progetto di Per Agros quanto alla valorizzazione dell’ambiente e dello stesso paesaggio sabino. Valgono a questo le notazioni del presidente Melilli che afferma, in calce al libro di Lorenzetti, come “l’edilizia rurale disseminata nelle varie aree del nostro territorio, ci fornisce la corretta chiave di lettura e nello stesso tempo uno strumento di conoscenza fondamentale, come giustamente sottolinea la Comunità Europea, e che è prioritaria a qualsivoglia percorso progettuale” e dell’ex vice presidente Roberto Giocondi, curatore della Biennale che, nella sua presentazione del testo di Lorenzetti afferma: “Vorremmo in primo luogo far percepire il valore identitario del paesaggio ed instillare in ciascun protagonista il germe delle sensibilità a tali tematiche, da coltivare ed alimentare affinché diventi patrimonio comune e la cui salvaguardia non costituisca un obbligo da sanzionare ma, piuttosto,un bisogno da soddisfare”.