Correva l’anno 2009, c’era la Primavera, e l’amministrazione provinciale, mediante consultazione elettorale, veniva rinnovata. Oggi, ad oltre un anno e mezzo da quella data, non c’è mai stato un confronto tra i partiti, che quella coalizione hanno sostenuto e il presidente della provincia.
Ciò ingenera delle anomalie e infatti non è un caso che all’insegna di una “tendenza dall’alto”, per esempio, nella vicenda attuale che determina aumenti economici per i dirigenti, lasciando invariati quelli di funzionari e operai, vi siano delle agitazioni nel personale di Codesto Ente. Una contrapposizione dialettica con le forze comuniste e della sinistra d’alternativa, avrebbe impedito queste scelte.
Così come, nella questione della gestione dell’acqua, non si è riusciti ad imprimere quella marcatura pubblica, necessaria alla conservazione di un bene inalienabile ed essenziale per la vita.
Ritengo sia decisamente giunto il momento d’ invertire la tendenza ed aprire una fase di confronto politico, che riporti al centro dell’agire comune, gli interessi della collettività e curi le esigenze delle classi meno abbienti.
Sono sicuro, che Fabio Melilli, da abile politico qual’è, valuti le ragioni di quest’analisi e ne ponga le dovute riflessioni nella necessità di collegialità nella vita pubblica.
