Contattato telefonicamente dalla redazione di Rietinvetrina il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha immediatamente replicato all’editoriale di Charlie Hebdo pubblicato per mano del suo editorialista Gerad Biard, il quale a sua volta risponde alla denuncia effettuata ai danni del giornale satirico francese dal sindaco Pirozzi dopo le vignette che hanno indignato tutta Italia, quelle riportanti i cadaveri del sisma dello scorso 24 agosto “insaccati” in lasagne e imbrattati di sangue misto al pomodoro.
“Sono ragazzi… hanno fatto un collage di tutto lo sciacallaggio giornalistico di questo periodo – ha dichiarato a Rietinvetrina Sergio Pirozzi – e a fare un collage ci vuole poco. Non devono offendere il popolo italiano. Prossimamente farà fare io una vignetta”.
Di seguito la traduzione dell’editoriale di Gerad Biard effettuata dal giornalista de Linkiesta.it Federico Iarlori:
Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, potrà dire di aver mantenuto almeno una delle sue promesse – cosa che, per un eletto italiano, è degna di nota. Ha denunciato Charlie Hebdo. Arrabbiatissimo per i disegni di Coco e di Félix, il primo cittadino della città distrutta dal terremoto del 24 agosto ci ha denunciato per “diffamazione aggravata”. Un’accusa un po’ curiosa, visto che la polemica isterico-mediatico-politica che ha infiammato l’Italia a causa dei nostri disegni si basava inizialmente sulla nozione di offesa al buon gusto. Resta quindi da sapere se la giustizia italiana giudicherà questa denuncia ricevibile. Considerato che ha già molto lavoro, e che non mancheranno le occasioni, nel quadro del suddetto lavoro, di ascoltare lo stesso sindaco di Amatrice. La polvere dei palazzi crollati, infatti, era a malapena caduta che già ci si ponevano un sacco di domande.
La lettura dei giornali italiani aveva d’altronde questa ultime settimane qualcosa di assai comico. Mentre gli editorialisti facevano a gara nell’indignarsi a proposito dei “cliché” che i nostri disegni avrebbero veicolato, altri giornalisti seguivano l’inchiesta dei magistrati del “pool anticorruzione” incaricati, fin dall’indomani del sisma, di portare alla luce ciò che poteva eventualmente nascondersi sotto le macerie di Amatrice. […] Cosa che dava un po’ l’impressione che questi editorialisti oltraggiati non leggono i giornali sui quali scrivono…
Così, il 27 agosto, tre giorni dopo il sisma, si potevano leggere su la Repubblica delle dichiarazioni senza ambiguità del procuratore di Rieti, Giuseppe Saieva, che ha aperto un’inchiesta per omicidio involontario: “Ciò che è successo non può essere solo frutto di una fatalità. Se gli edifici fossero stati costruiti come in Giappone, non sarebbero crollati. […] Penso che siano stati costruiti al risparmio, utilizzando più sabbia che cemento”. Il Corriere della Sera, invece, pubblicava la testimonianza che un soccorritore volontario, ingegnere di professione, aveva postato su Facebook, con tanto di foto di case antiche andate in polvere, con le mura fatte originariamente di pietra e calce, poi “restaurate” con dei pesanti tetti di cemento armato: “Immaginate di costruire un castello di sabbia, di poggiarci sopra un enorme mattone, e poi di agitare il tutto”.
Più problematico ancora, il caso di certi palazzi oggi in rovina che dovevano essere, legalmente, tra i più sicuri della città. Secondo le norme in vigore, ogni comune dovrebbe dotarsi di un piano di soccorso d’urgenza che tenga conto delle “caratteristiche del territorio”, in particolare dei rischi sismici, e che contenga la lista dei terreni e degli edifici che possano servire da rifugio in caso di sinistro. Tra questi edifici troviamo la scuola Romeo Capranica, che, nonostante sia stata “riabilitata” nel settembre 2012, è crollata e l’Hotel Roma che è diventato il cimitero dei suoi clienti. Il piano di protezione civile del comune di Amatrice risale al 30 giugno 2012. Ora, nel 2012, Sergio Pirozzi era già sindaco di Amatrice da 3 anni… Questo piano è stato dunque approvato da lui. Così come il permesso di costruire, di riabilitazione o di messa a norma dei palazzi. Senza dimenticare le procedure di appalto e le attribuzioni dei contratti che ne derivano…
Insomma, sembra che, malgrado la regione sia classificata ad “altissimo rischio” da tutti i sismologi, i lavori di messa in conformità siano stati fatti a discapito del buon senso o non siano stati fatti per niente. Un affare un po’ più grave – e assassino – che una ridicola storia di supposto oltraggio all’eleganza satirica…
Maria Luisa Polidori