Nel 2009
Oggi, essendosi completamente modificata la prospettiva complessiva,
Le recenti prese di posizione d’alcuni esponenti politici, impongono una seria ed attenta riflessione.Primo fra tutti, ad allertare le forze sociali è stato il coordinatore del gruppo di lavoro aree industriali dismesse, consigliere Paolo Tigli il quale, in un’articolata nota, manifesta non poche perplessità in ordine al contenuto della proposta dell’assessorato all’urbanistica del Comune che pare non risulti aderente allo studio rimesso dal gruppo e condiviso dal Consiglio Comunale.
Il territorio reatino, nel quale, alla crisi che attanaglia l’intero paese, si è pesantemente aggiunta una situazione locale già critica, non può permettersi sperperi, né di orientare le risorse a vantaggio di solo pochi, non mirando invece alle attività ad utilità ripetuta, che vanno necessariamente ricercate e favorite.
La catena produttiva, deve essere privilegiata e messa nella giusta relazione con il sistema servizi, i quali hanno, tendenzialmente, una sempre più ridotta capacità d’assorbimento.
Risulterà positivo, la realizzazione di nuove e moderne strutture per ospitare servizi e funzioni pubbliche, cosi come le attività ludiche e culturali ma non si potrà prescindere dal favorire insediamenti, capaci di produrre reddito e occupazione stabile che miri a recuperare l’imponente perdita di posti di lavoro degli ultimi anni e a garantire un futuro alle nuove generazioni ormai costrette ad abbandonare il territorio.
Per
Alcune scelte, infatti, potrebbero favorire, anche in eccesso rispetto alle risorse locali, solo qualche settore, con conseguenti ricorsi ad energie esterne, per attività di breve durata anche se intensa.Le manifestazioni d’interesse che a seguito di bando sono state rappresentate, sono già di per sé una preoccupazione quando, ad esempio, si propone di trasformare le destinazioni d’aree o fabbricati in edilizia residenziale, in sostituzione di destinazioni o previsioni di pubblico interesse che, diversamente, tendono a favorire l’occupazione.
L’utilizzo da parte dell’assessorato di strumenti non tradizionali, anche se da accogliere positivamente, necessita di una progettazione con previsioni a carattere generale e soprattutto con un piano strategico che coniughi, insediamenti, occupazione, creazione di reddito da reinvestire nel territorio.
Insomma il nostro Si alle idee di sviluppo proposte dal gruppo di lavoro non possono e non debbono essere intese come carta bianca agli interessi speculativi che invece vanno ricondotti agli interessi dell’intera collettività territoriale per dare a Rieti il ruolo di Comune capoluogo della provincia. Per questo chiediamo di sospendere l’approvazione dei piani integrati e riaprire un tavolo di informazione e di confronto serio e senza pregiudizi.