PIENONE DI TURISTI A RIETI, MA IL MUSEO RESTA CHIUSO

Il cartello al Museo chiusoLa macchia sul vestito della festa. E’ quella che prende la forma di un biglietto scritto a mano sulla porta del museo civico e che rovina la Pasqua più bella per Rieti negli ultimi anni. Quella in cui la città era andata in controtendenza rispetto al resto d’Italia.In maniera positiva, una volta tanto.

Mentre il Paese celebrava il de profundis del settore turistico, con Federalberghi che strillava ai quattro venti il ritorno a livelli post bellici, Rieti e gli operatori turistici reatini registravano un clamoroso “tutto esaurito”. Roba che non si vedeva da decenni, eppure la festa non è stata completa.
Con centinaia di turisti a spasso per le vie del centro, sabato mattina in piazza del Comune è andata in scena una delle peggiori figure che la città potesse fare.

Un gruppo di turisti arrivati in città da Lecco, forti di un pacchetto vacanze prenotato settimane prima, sono arrivati sotto i portici di Palazzo di Città per visitare il Museo Civico. Ad attenderli, però, non hanno trovato né un impiegato comunale, né un addetto ai biglietti, ma un cancello serrato e un foglietto scritto a penna nel quale si annunciava che il museo rimaneva "chiuso al pubblico per mancanza di personale".

Con i turisti fermi lì davanti, in pochi attimi è montata la rabbia degli operatori del settore che hanno tempestato di chiamate sindaco, vicesindaco e assessori, a partire dal titolare del Turismo, Diego Di Paolo. La telefonata più "calda" è arrivata dal nuovo presidente dell’Ascom, Leonardo Tosti, che ha chiesto un intervento immediato. Da commerciante di lungo corso, Tosti aveva avuto modo di valutare già dalle primissime ore del mattino come il week end di Pasqua 2013 fosse un’occasione irripetibile per far il tanto declamato rilancio turistico della città. Dopo minuti di tensione, la questione si è risolta con i turisti dirottati altrove, mentre l’assessore Di Paolo garantiva una visita per il giorno successivo (la mattina di Pasqua) al museo archeologico di Rieti. Ovviamente gratis. Un salvataggio in extremis che, però, non cancella la pessima figura fatta a più livelli: dal cartello "posticcio" scritto con un pennarello a mano, fino alla totale disorganizzazione gestionale che non ha consentito di aprire il museo, la vicenda mette a nudo i limiti strutturali di una città e di una amministrazione evidentemente non pronte al grande salto nel mondo del turismo.

Rieti ha fatto il pienone di turisti per una serie di felici coincidenze ed intuizioni: per la prima volta, probabilmente grazie anche al lavoro delle istituzioni, sono stati predisposti pacchetti turistici che puntavano alla storia e alla bellezza del territorio. Questo, unito a prezzi concorrenziali e all’effetto "Papa Francesco", ovvero all’elezione a Pontefice di Bergoglio che ha portato alla riscoperta della cultura francescana, hanno messo Rieti in una posizione di privilegio. Lo svolgimento del memorial Scopigno e del festival internazionale di danza al Vespasiano, poi, hanno completato l’opera.

Sabato e domenica, in città, si sentivano accenti forestieri come non avveniva da tempo e, per di più, tutto era previsto. Doveva essere una festa, la cronaca di un successo annunciato. La Pasqua, invece, ha rischiato di diventare un disastro ed è passata lasciando la sensazione che a Rieti, ancora una volta, "sia mancato un soldo per fare una lira".