Piano di formazione nazionale per l’insegnamento dell’Educazione Civica

La bozza di circolare sulla formazione dei docenti per l’insegnamento della Educazione civica per l’anno scolastico 2020/2021, presentata il 10 luglio scorso dal Ministero dell’Istruzione alle organizzazioni sindacali della scuola contiene – a parere della Uil Scuola – elementi allarmanti contestabili, nel metodo e nel merito.

Oltre ad introdurre la figura del referente del dirigente, non prevista dalla legge, colloca in capo al dirigente la sua individuazione, sottraendo la competenza al collegio dei docenti, in contrasto con i poteri che l’autonomia scolastica attribuisce direttamente all’organo di gestione didattico, pedagogica e professionale delle scuole.

Le attività connesse alla introduzione di innovazioni fanno capo al piano dell’offerta formativa triennale ed in quanto tali sono di stretta titolarità del collegio. La bozza non individua i criteri per la scelta, né delega il Collegio a definirli. Inoltre genera effetti deleteri sulla contrattazione di istituto; infatti le trenta ore di attività funzionale alla diffusione ed attuazione della legge si prefigurano come vero e proprio lavoro aggiuntivo, che la contrattazione di istituto dovrebbe stabilire come retribuire.

La Uil ha criticato con forza le proposte rese ancora più contestabili, perché il piano di formazione assorbe il 40% delle risorse rese disponibili per la formazione e l’aggiornamento in servizio per l’intero anno scolastico.

Ovviamente chiede la modifica delle scelte operate nella bozza di circolare con il ripristino delle competenze definite dal DPR 8 marzo 1999 n. 275 per il collegio dei docenti, nel rispetto dei livelli di contrattazione integrativa nazionale e di istituto nonché la corretta applicazione della Legge 20 agosto 2019 n.92.