“La vicenda del ristoro delle popolazioni del Reatino per lo sfruttamento delle sorgenti Peschiera-Le Capore e, più in generale, della interferenza di ambito è cosa complessa che si presta a strumentalizzazioni, imprecisioni e mistificazioni, ma alcune cose sono così chiare da essere pacifiche ed inoppugnabili, nonostante le interpretazioni paradossali di qualcuno.
1. La concessione che ha permesso ad Acea di sfruttare la sorgente è scaduta nel 1996 e dunque attualmente Acea Ato2 continua ad utilizzarla in assenza di concessione e/o autorizzazione;
2. Acea realizza profitti milionari, sia nel settore idrico che in quello dell’energia, grazie alle sorgenti Peschiera-Le Capore;
3. Per la prima volta dal 1996 una delibera regionale stabilisce l’entità del ristoro che Ato 3 deve ricevere e nel contempo stabilisce che, in caso di inerzia da parte degli ambiti territoriali, la Regione Lazio possa procedere comunque esercitando il potere sostitutivo;
4. Per la prima volta il Comune di Roma ed i Comuni della provincia di Roma (ora area metropolitana) sostengono esplicitamente che il Reatino non ha diritto ad alcun indennizzo per lo sfruttamento delle sorgenti.
Al di là delle valutazioni e delle considerazioni di ognuno, circa la legittimità giuridica di una delibera regionale che passerà al vaglio della magistratura amministrativa questi quattro elementi sono incontestabili e sono alla base della protesta civile, ma radicale, che i sindaci della provincia di Rieti, in rappresentanza del territorio, hanno deciso di intraprendere.
Una legge nazionale regola le cosiddette interferenze di ambito e stabilisce che abbiamo diritto a essere indennizzati per lo sfruttamento delle sorgenti e le regole più elementari di convivenza civile e di solidarietà tra territori impongono a Roma, e alla sua provincia, di versare un ristoro a chi tutela e preserva il secondo bacino idrico più grande d’Europa. Tutto il resto è secondario, dalle impugnazioni di alcuni Comuni dell’Ato3 alle discussioni sul quantum o sulla presunta carenza di istruttoria lamentata da Acea Ato2 o sulla titolarità della concessione.
I cittadini del territorio che fornisce acqua potabile e energia rinnovabile alla metropoli più importante del Mediterraneo, capitale che produce il Pil di paesi come l’Ungheria, hanno diritto di avere opportunità e accesso a servizi comparabili con quelli dei cittadini che utilizzano questi beni naturali che si rinnovano continuamente grazie a estesi vincoli ed espropri di intere vallate.
Il cuore della vicenda è uno solo: vogliono mettere in discussione il principio, sancito dalla Legge, della solidarietà e della uguaglianza tra territori ed impedirci di esercitare i nostri diritti e per questo siamo pronti a tutto per evitare che la nostra dignità ed i nostri interessi continuino ad essere calpestati!”
Lo dichiara il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli.