E’ stato approvato questa mattina in Consiglio regionale un ordine del giorno il cui oggetto dell’atto è la riforma degli enti e delle autonomie locali e quello della necessità di avviare un percorso condiviso e costruttivo che porti il territorio verso un assetto che non risulti confusionario e disarticolato.
Diverse le premesse da fare e tra queste le misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria approvate dal parlamento nel 2010 e nel 2011 con cui il legislatore obbliga i Comuni ad associare le funzioni fondamentali; il limite demografico minimo per l’associazione delle funzioni che è stabilito dalle suddette leggi nazionali e il comma 30 dell’art. 14 decreto legge 31 maggio 2010, n.78 convertito con la legge 122/2010.
Le Regioni, entro due mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del DL n. 138/2011, avrebbero potuto individuare un limite demografico minimo diverso da quello indicato per le Unioni formate dai Comuni fino a mille abitanti e per le forme associative (Unioni di Comuni e convenzioni) costituite da Comuni superiori a mille abitanti e fino a 5mila, ma questo non è stato fatto e, considerando inoltre che l’attuale decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante ‘disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici’ attualmente in discussione al Senato apporta ulteriori modifiche al sistema degli enti locali e in particolare delle Province ridisegnando così le competenze territoriali di ogni Regione, ho chiesto che il Consiglio impegni la Giunta Regionale a presentare entro 60 giorni una proposta di legge per il ‘Riordino delle Autonomie Locali e degli Enti Territoriali’ comprendente anche ‘l’individuazione dei limiti demografici minimi per le forme associative dei Comuni ai sensi delle norme statali in materia di stabilizzazione finanziaria’, nel perseguimento della riduzione dei costi e ottimizzazione delle risorse per l’ente regionale e una più ordinata gestione e programmazione del territorio.