Perdoniamo con il cuore chi ha profanato la nostra Moschea

Si è tenuta presso la sede del Movimento Cristiano Lavoratori la conferenza stampa voluta dalla comunità musulmana di Rieti e dal MCL a seguito dell’increscioso evento di vandalismo che ha colpito domenica scorsa la “Moschea della Pace”, quando una o più persone hanno strappato una copia del Corano e bruciato la seconda. La conferenza è stato un vero momento d’integrazione tra cristiani e musulmani, uniti in una preghiera e di civile convivenza.
L’incontro è stato aperto da Nazzareno Figorilli del MCL, leggendo una lettera che entrambe le religioni scrissero insieme nel 2005 a Greccio dopo una tre giorni di riflessione.
La comunità musulmana per voce del giovane Adam Lamkharbech ha espresso, leggendo una lettera scritta con la madre, tutto il dispiacere ed il dolore provato: “Non può essere definito un “semplice atto” di vandalismo, bensì molto di più. Le modalità d’esecuzione, la lettera lasciata all’interno della moschea, tralasciano pensare che il tutto era stato ben pianificato prima d’agire e che non si è trattato di un gesto per mano di persone che si trovavano li per caso dopo un sabato sera. Perché questo gesto? Sappiamo di vivere tutti un periodo di totale sfiducia, ma questo non è stato solo un gesto contro la comunità musulmana, ma contro l’intera cittadinanza. Siamo certi che dopo questo fatto si rafforzerà sempre più lo spirito di fratellanza, che si percepisce oramai da diversi decenni in questa città. Mentre chi disprezza questo valore, non farà altro che ritrovarsi isolato.”
Presente alla conferenza anche Padre Marino Porcelli della Comunità dei frati di Fonte Colombo: “Esprimo solidarietà e fraternità alla vostra comunità, è stato un atto contro le persone umane. Tutto il mondo francescano, non può rimanere indifferente quando un membro soffre. Non vogliamo separazioni e divisioni, ma vogliamo camminare insieme per il bene delle nostre comunità“
“Questa è la nostra terra, – ha dichiarato l’imam della federazione del Lazio Saydawi Abdelhamid – non possiamo più andare via, non ci sentiamo diversi da voi, dobbiamo essere uniti. Perdoniamo dal cuore chi ha fatto questo gesto. Siamo contenti di quello che è accaduto perché ci ha dato la possibilità di essere più uniti per affrontare la vita”.
Dopo due preghiere, una di Padre Porcelli ed una dell’imam Saydawi, l’intervento conclusivo è stato del presidente dell’associazione Arabi uniti: “Tutti gli stranieri amano questa città, per la natura e tranquillità. Questo gesto folle non ci fa impaurire, ci dispiace, ci ha toccato nello spirito, nel morale. Li perdoniamo, un gesto fatto per ignoranza. Dietro ad un male c’è sempre qualcosa di bene. Dopo quel gesto c’è un così bel momento dove tutti siamo uniti”.