PASTORELLI: EMENDAMENTO A SALVAGUARDIA DELL'ACQUA

Oreste Pastorelli

“Ci sono dei punti fermi di civiltà sui quali è necessario tenere sempre alta la guardia e non arretrare mai. Uno di questi è il valore pubblico dell’acqua, troppo spesso messo in discussione dall’interesse di privati senza scrupoli che pur di lucrare mettono a repentaglio questo bene comune”.

A dirlo è Oreste Pastorelli, deputato del PSI, promotore di due emendamenti al “Decreto del Fare” del Governo, in merito alla tutela delle falde acquifere. Il decreto, infatti, aveva introdotto alcune piccole, ma sostanziali, modifiche al testo Unico sull’Ambiente (d.lgs 152/2006) che minavano, di fatto, la tutela delle falde acquifere e conseguentemente la salute dei cittadini. 

“È mio dovere ringraziare anche le organizzazioni della società civile per le segnalazioni giunte che ci hanno aiutato ad identificare i punti critici del decreto: in particolare – sottolinea Pastorelli – abbiamo presentato un emendamento nel primo comma dell’art. 41, quando si parla degli interventi riparatori in caso di inquinamento delle falde, le parole ‘economicamente sostenibile’  e ‘attuazione’ e, nel secondo comma, il passaggio ‘prevenire o ridurre a livelli accettabili’. I due passaggi apparentemente irrilevanti rischiavano di vanificare la ratio dell’intero impianto normativo. Gli interventi riparatori in caso di danno ambientale non possono, infatti, essere assoggettati al criterio della ‘sostenibilità economica’, soprattutto nei riguardi di chi ha consapevolmente inquinato l’ambiente per trarne profitto. Inoltre il concetto di riduzione a livelli accettabili in caso di contaminazione è un’aberrazione se si considera che si sta parlando di una risorsa vitale, insostituibile, come l’acqua”