«Sono preoccupato per il futuro della sanità reatina perché abbiamo imboccato una strada sbagliata che va cambiata il prima possibile. A rischio c’è il diritto alla salute dei cittadini della nostra provincia».
E’ questo l’allarme lanciato da Alberto Paolucci, segretario generale provinciale della Uil di Rieti, primo sindacato a livello di rappresentanza nel settore della sanità. Troppi gli elementi negativi che Paolucci ha registrato negli ultimi periodi, al punto da spingere il segretario del sindacato di viale Matteucci a rivolgersi alla dirigenza della Asl di Rieti chiedendo risposte concrete.
«Quello che mi domando – dice Paolucci – è quale sarà il futuro della sanità reatina. La Asl è l’azienda più grande del nostro territorio e va richiamata l’attenzione su quanto sta accadendo. C’è una forte carenza di personale medico e paramedico, con punte del 50% in alcuni settori. Una situazione che porta a raddoppiare i turni, aumentare le ore di straordinario e fa calare inevitabilmente la qualità del servizio creando disaffezione tra gli addetti ai lavori e gli utenti».
Paolucci punta il dito anche sul mancato rinnovamento di alcuni settori e sul massiccio ricorso alla migrazione ospedaliera che genera costi pesantissimi.
«C’è stata una perdita di primari – dice il segretario – che non è stata bilanciata. Abbiamo perso delle eccellenze che attiravano a Rieti persone da altre province d’Italia. Mi riferisco a otorinolaringoiatria in primis, ma anche a ortopedia e urologia. Non c’è notizia di nuovi primari e tutto ciò porta ad un aumento della migrazione passiva. Un fenomeno di cui ultimamente si parla sempre meno, ma quel che vorremmo sapere è quanto costano queste scelte. Così come vorremmo sapere quanto costa l’aumento del contenzioso per gli sbagli “fisiologici” commessi da chi è costretto ad un super lavoro».
Una situazione che non va tollerata oltre, anche perché danneggia tutta la cittadinanza.
«Dove ci porta tutto questo ? – conclude Paolucci – Non è certo la strada giusta per tutelare la gente di Rieti. Se certe scelte sono state fatte per rientrare nel deficit regionale ci dobbiamo opporre da subito, perché non ne può andare della nostra salute. L’impressione è che si vada verso la trasformazione del nostro ospedale in semplice poliambulatorio.
Avevamo riposto la nostra fiducia nei tre manager reatini Bellini, Mancini e Festuccia, arrivati alla guida della Asl dopo un lungo periodo “romano”.
Non vediamo però miglioramenti, ma un progressivo degrado delle nostre strutture sanitarie. Abbiamo imboccato la strada sbagliata. C’è ancora tempo per tornare indietro, ma l’inversione va fatta subito».