Quanto convenuto al tavolo del MiSE tra i soci Ritel, la società SETECO CM (nuovo imprenditore disposto a rilevare le quote di maggioranza) e FIOM-CGIL, FIM-CISL, UILM-UIL nonché il plauso della politica, sembrava un passo avanti alla soluzione del problema Ritel. Il perfezionamento degli intenti doveva essere solo formalmente ratificato nell’assemblea dei soci Ritel del 5 novembre u.s. ma qualcosa è andato “storto”.
Estremamente sconcertante è stato lo svolgersi dell’assemblea dei soci Ritel, i quali se solo una settimana prima erano unanimemente d’accordo nel rifiutare la scelta di liquidazione dell’azienda e perseguire la strada aperta con la presentazione del P.I. di SETECOM CM che ha una previsione di attuazione (portafoglio ordini già confermato) già dal gennaio 2011. Ci faceva ben sperare, inoltre, la dichiarazione pubblica di Idustrial Groop (per voce del Presidente della Provincia F: Melilli alla stampa locale) che era d’accordo al proseguo delle attività, in attesa di mettere in campo il P.I. di SETCOM CM.
Cosa è mancato, dove si è inceppato il sistema? Per quanto comunicato dall’AU si ha conoscenza che il meccanismo si è bloccato perché
Ci lascia di stucco l’azione funambolica di alcuni soci che ha sconvolto il lungo lavoro portato a conclusione presso il MiSE. All’assemblea era presente con un suo rappresentante Finmeccanica che non era mai intervenuta, ma nonostante la partecipazione è mancato il necessario valore aggiunto in quanto si e limitata a prendere atto di ciò che stava accadendo senza proferire parola.
Il socio Alcaltel, invece, ha dichiarato di non aver potuto approfondire l’esame del P.I. e pertanto non poteva esprimersi in forma favorevole. Questo è stato il motivo (consentito per legge) che ha permesso all’AU prof. Domenico Fazzalari di richiedere una sospensione dell’assemblea per dare modo ai soci di approfondire quanto a loro non ancora chiaro e aggiornare la nuova seduta al giorno 11 novembre 2010.
l’AU Fazzalari ha inoltre comunicato nell’incontro con le OO. SS. subito dopo la sospensione dell’assemblea, che le attività lavorative dovranno essere fermare per mancanza di componenti e non indebitare ulteriormente l’azienda. La sospensione delle attività lavorative riconduce ad una richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria.
È importante Precisare che in sede ministeriale nell’illustrare il P.I (dall’Ing. R. Schisano improvvisamente venuto a mancare poche ore dopo) è stato affermato senza smentita alcuna che tra SETECO CM e i soci Alcatel, Finmeccanica e Indastrial Groop erano stati avviati, anche se in maniera ufficiosa, incontri e accordi per poter velocizzare l’attuazione del nuovo programma lavorativo e di investimento.
Sempre il socio Alcatel, che nel suo diretto interesse societario dovrebbe fare la sua parte, nel bilanciamento credito/debito con la stessa Ritel ha un debito di circa 3.5 Milioni di euro che darebbero inconfutabilmente la possibilità alla Soc. Ritel di far fronte all’acquisto dei componenti necessari per la fatturazione e fronteggiare la richiesta di liquidazione dell’azienda da parte dei sindaci.
Riguardo le pendenze debitorie della Ritel, Il problema con il creditore Arcobaleno s.r.l., se pur grave, era congelato e allontanato dalla tematica che spinge il Collegio dei Sindaci a chiedere la liquidazione dell’azienda Ritel, in attesa del pronunciamento del giudice competente (18 novembre 2010) per revoca del pignoramento verso terzi e definitiva pianificazione del rientro debitorio.
Questi i fatti che ci portano a valutazioni di responsabilità attribuibili principalmente ad un unico socio, senza salvarne altri comunque, che non perde occasione per creare i presupposti perché il Sito Industriale di Cittaducale venga sbriciolato a solo danno dei lavoratori.
Alcatel che con il suo sistema ha sempre gestito ed è stata unico reale cliente di Ritel, nonché negli anni, dopo la cessione e partecipazione a Ritel ha sempre esercitato azione di veto su tutto ciò che poteva essere l’incremento di clienti e l’acquisizione di quote da parte di altre società.