PAOLUCCI: LA PIANA E' RIDOTTA A TERRA DI NESSUNO, INTERVENGA LA POLITICA

Aziende agricole a Rieti

«Faccio due passi fuori dalla città e mi ritrovo al centro del "Terzo Mondo". La domanda che mi viene spontanea è una sola: la piana reatina è la "terra di nessuno"?».

E’ la riflessione del segretario provinciale generale della Uil di Rieti, Alberto Paolucci, dopo un’attenta osservazione delle condizioni in cui versa la piana reatina. Soprattutto in alcune zone gli interventi di urbanizzazione non sono mai stati avviati e, cosa ancora peggiore, non si ha un’idea di uno sviluppo per il futuro.

«Ad appena un chilometro dalla frazione di Chiesa Nuova – spiega Paolucci – non c’è illuminazione pubblica, non c’è una rete di metano, non c’è un sistema fognario degno di tal nome. Come è possibile tutto questo? Solo un paio di giorni fa si parlava sui giornali dei problemi in via Marche e in alcune zone di Vazia. Credo che il panorama delle zone "abbandonate" sia molto più ampio e la piana reatina costituisca una sorta di "manifesto negativo" di queste situazioni.

Nel 2010 non si può stare in queste condizioni e la domanda che pongo è una: quand’è che la politica, intesa in senso generale da destra a sinistra e a tutti i livelli amministrativi, ha intenzione di occuparsi di queste esigenze dei cittadini?».
La zona indicata da Paolucci, in particolare, è quella che va dalla frazione di Chiesa Nuova e finisce alla Riserva dei Laghi nella zona della statale Ternana. Un ampio spazio che ha un’importanza fondamentale anche in termini lavorativi, con grandi prospettive sia agricole sia turistiche.

«A Chiesa Nuova – dice Paolucci – si sta facendo un nuovo piano di urbanizzazione. Ben venga tutto ciò, perché è uno dei segni dello sviluppo urbanistico della città. Ma si deve guardare anche un po’ più in là del proprio naso e quindi non si può lasciare nell’abbandono una zona che dista appena un chilometro. Le strade sono piene di buche, ci sono cani randagi che vagano, l’incuria favorisce la presenza di serpenti e insetti nei periodi estivi senza contare la pericolosa presenza di branchi di cinghiali, più volte segnalata, che causano danni all’agricoltura.
Non si può neanche camminare con tranquillità in quella zona che, al contrario, potrebbe essere sfruttata anche a livello paesaggistico. Del resto la pista ciclabile passa ai margini di quella zona e, mi domando, perché non valutare anche un percorso che porti fino alla Riserva dei Laghi passando per quelle strade già esistenti e incrociando in alcuni punti il Cammino di Francesco?»

Soluzioni e suggerimenti che Paolucci, in nome del ruolo di segretario del "sindacato dei cittadini", gira ai politici locali e ai candidati alle elezioni regionali.
«Quello dell’abbandono della piana reatina – conclude il leader della UIl di Rieti – è un problema che riguarda tutti. Ci piacerebbe che i politici ne prendessero coscienza quanto prima e, per chi lo volesse, siamo a disposizione per fare da "guida" in un giro di ricognizioni in una di quelle zone che ha un grande potenziale turistico e culturale ma che è ridotta a terra di nessuno».