“E’ recentemente balzata agli onori della cronaca la classifica sul Rating pubblico dei Comuni capoluogo elaborato dalla Fondazione Etica che descrive la capacità istituzionale e la sostenibilità delle Pubbliche Amministrazioni.
Sorvolando sull’ultima posizione assegnata a Rieti, sulla quale molti si sono già espressi, ciò che preme sottolineare sono, invece, le ragioni del triste primato e collegarle, con la lungimiranza che richiede il momento storico che viviamo, alle sfide che attendono gli Enti locali, chiamati in prima persona all’effettiva implementazione dei progetti da finanziare con il Recovery Plan UE. Pochi, finora, hanno sottolineato che le tre macroaree peggiori nella valutazione del Comune di Rieti sono Bilancio, Governance e Gestione del Personale. A ben vedere proprio i tre settori che verranno investiti di un ruolo primario nelle sfide del futuro.
Per l’area Bilancio, nella quale il Comune di Rieti si colloca al 104° posto, tra gli indicatori figurano voci determinanti come ‘sostenibilità del disavanzo’, ‘capacità di riscossione’, ‘capacità di spesa’ e ‘debiti fuori bilancio pro-capite’. Se questi ultimi non possono essere imputati agli ultimi anni di amministrazione, le altre voci, però, destano forte preoccupazione considerando che proprio la capacità di spesa sarà un fattore chiave tra quelli richiesti alle amministrazioni. Come spiega “Fondazione Etica” quell’indicatore è ‘non solo finanziario ma anche di capacità istituzionale’. In un triste filo rosso che lega le lacune più evidenti della macchina amministrativa del Comune, il risultato peggiore emerge nella macroarea “Governance” con Rieti relegata addirittura al penultimo posto in Italia, 110°.
Qui concorrono voci come il ‘raggiungimento degli obiettivi’, ‘l’effettivo funzionamento degli Organismi Interni di Valutazione’, i rilievi della Corte dei Conti. Se il dato precedente era preoccupante, questo è da far tremare le vene ai polsi. Dalla Governance di un Ente, infatti, dipende la capacità di produrre risultati, compresa la possibilità di attrarre investimenti e risorse, di elaborare e realizzare progetti, di raggiungere obiettivi prefissati. E a proposito di obiettivi, la terza macroarea che colpisce è la gestione del personale, con Rieti 96° nell’indice composto da voci come età media dipendenti, costo sulla popolazione e grado di differenziazione nella distribuzione dei premi ai dirigenti. Insomma, una situazione di grande difficoltà nel funzionamento dell’Ente.
Se è vero che la situazione ereditata dall’attuale Amministrazione comunale è stata lacunosa e complessa, viene da chiedersi se i passi compiuti finora dall’attuale maggioranza siano stati realmente efficaci, soprattutto su bilancio e governance. Se la situazione è questa, ci chiediamo come possa una macchina amministrativa così in difficoltà attrarre nuove risorse ed essere in grado di spenderle? Nel passato, ad esempio, più volte abbiamo sollecitato le Amministrazioni a strutturare uffici in grado di drenare risorse europee ma ancora oggi sembra che, in tal senso, poco o nulla sia stato fatto. Probabilmente oggi, è davvero giunta l’ora di mettere mano seriamente alla struttura burocratico-amministrativa, costituendo un’apposita unità di lavoro, con adeguate risorse e personale appositamente formato, che sia in grado di lavorare su progetti pluriennali ed attrarre finanziamenti regionali, nazionali ed europei. Serve una vera e propria task force comunale in grado di affrontare il futuro, trainando l’intera macchina.
Alle porte ci sono nuove opportunità, come il Recovery Plan o i 15 milioni dell’ultima legge di bilancio su vari argomenti (tra cui ricerca, formazione e innovazione) e il Capoluogo è obbligato ad essere protagonista! Un ragionamento che vale, peraltro, anche per l’Amministrazione Provinciale di Rieti considerando che tutti gli Enti locali, come spiegato dalla stessa Fondazione Etica, saranno coinvolti dalle scelte che l’Italia dovrà compiere in futuro”.
Il segretario cittadino del PSI, Ivano Paggi (nella foto)