Ospedale de Lellis, Nome Officina Politica: Rilanciare per non chiudere

“Difesa del laboratorio analisi: ennesima battaglia di retroguardia, destinata a fine certa: la forza dei numeri, Rieti non ce l’ha. Perché se la Regione Lazio ha impostato, coerentemente con un percorso di risanamento economico, una politica basata sui “numeri”, l’Ospedale di Rieti DEVE essere ridimensionato, perché così dicono i modelli economici. Salvo poi accorgersi delle particolarità, la vastità, le caratteristiche orografiche di un territorio, magari con l’aiuto di qualche “scossetta” di terremoto.

Lo diciamo chiaramente: se la logica politica continuerà ad essere quella dei numeri, l’Ospedale DEVE essere ridimensionato, proprio a garanzia del livello della salute pubblica, perché non sarà in grado di offrire servizi all’altezza di una medicina moderna. Inutile spendere 76 milioni di Euro per ristrutturare il “contenitore”, quando i servizi saranno svuotati. Inutile immaginare un innovativo sistema di “medicina di prossimità” quando il “cuore” del sistema sarà spompato.

Se invece, la logica sarà quella dei progetti, ecco che la prospettiva si ribalta radicalmente.

Ne abbiamo un esempio: investimenti nel settore dell’oncologia, hanno portato a Rieti attrattività di utenti da fuori provincia, professionalità mediche, strumentazioni, una fervente attività di volontariato. Rieti dimostra di essere UTILE per altri, oltre che per sé stessa.

E quindi, ci chiediamo: la Regione, che investimenti in servizi (non solo in “mattoni”) prevede nei prossimi anni? Quale sarà il ruolo dell’Università (se ci sarà!!) all’interno dell’OGP? Servirà per soddisfare un paio di cattedre per i docenti o servirà invece per attivare VERI servizi di ricerca medica, in grado di costituire il volano per servizi medici di avanguardia, in grado di attrarre professionalità, utenza, interesse scientifico?

Alle forze politiche che si agitano nel Consiglio comunale, chiediamo: perché si è abbandonata, prima ancora di iniziarla, la “VERA” battaglia, quella per il riconoscimento dell’Ospedale di area disagiata, con tutte le connesse deroghe ai “numeri”? Una questione che dovrebbe trasversale alla politica, che invece si accapiglia sui nomi (ieri Polverini, oggi Zingaretti, domani chissà …) quando invece il tema è GOVERNARE le scelte che, da un decennio e oltre, vedono il ripensamento di un modello sanitario, che tra 20 anni non sarà quello che conosciamo, nato nel 1978, il primo che ha pienamente attuato il diritto universale alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

Un Diritto che oggi diamo per scontato, per difendere il quale sarebbe opportuno il comportamento unanime di una piccola città, capace di rappresentarlo, con forza, alla Capitale d’Italia.”