“Finalmente dopo almeno 10 anni di inutile attesa e controversie. Possiamo definirla una vittoria agrodolce, perché è vero che finalmente si può programmare il rifacimento di tante strutture mandate in disuso da anni, causa la gestione irresponsabile del vecchio concessionario che ha depauperato la nostra località turistica di quel prestigio che godeva nei decenni passati. È vero anche che abbiamo perso dieci anni a combattere posizioni pretestuose, prive di fondamento che pretendevano di spiegarci, a noi, che viviamo e lavoriamo su questo posto già dai tempi dei nostri padri più o meno da quando esiste la stazione sciistica, che attuando il progetto TSM si sarebbe prodotto uno scempio ambientale.
Oggi sono emerse definitivamente quelle falsità, quell’accanimento tipico del mestierante piuttosto
che dell’ambientalista convinto. Tipico del soggetto che di mestiere corre tutto il giorno appresso al “cavillo”, alla “norma” che ostacola, anche là dove non esiste e vale la pena inventarla. Tanto fanno i professionisti delle associazioni. Questa volta a sconfessarli c’è stato il parere favorevole del VIA e VINCA prima, la sentenza netta del TAR del Lazio sfavorevole al ricorso… poi, ed infine la pietra tombale del Consiglio di Stato, che fa emergere la natura pubblica della stazione sciistica, che ne sancisce la sua pubblica utilità.
I mestieranti con i loro sforzi non hanno ottenuto altro che lo spopolamento di tante giovani famiglie e realtà professionali, che il lavoro lo tirano fuori dal turista e non dal “cavillo” o dalla “norma” e se lo sono andato a cercare altrove, dalle Alpi agli Appennini, in luoghi dove quel lavoro ancora nobilita. Amiamo il nostro territorio nessuno ne vuole la distruzione, qui da più di 80 anni c’è una stazione sciistica, se qualcuno lo trova proprio insopportabile, può spostarsi qualche montagna più avanti, così potrà incontrare meno esseri umani. Abbiamo affrontato 10 anni di attese cercando di resistere con le nostre attività che senza turismo
non hanno ragione di esistere.
Oggi con questa sentenza si dovrebbe aprire la fase conclusiva di questo agognato iter, tutto in seno alle amministrazioni pubbliche locali. Oggi la responsabilità di non continuare a perdere tempo è tutta a carico dei comuni, della provinciadi Rieti e della regione Lazio, ora non hanno più impedimenti per chiudere la conferenza dei servizi e redigere celermente le gare per programmare le prime ricostruzioni, già da primavera del 2025. Noi conosciamo bene il nostro mondo le sue dinamiche e strategie. Il TSM è l’unica soluzione per rilanciare effettivamente l’offerta turistica di questo territorio. Tutte le alternative immaginate da qualche amministratore locale o associazione non possono prescindere dall’attuazione dell’intero progetto del TSM”. Così nella nota Simone Munalli, presidente Sci Club Terminillo