Pochi laureati e diplomati, meglio se con in mano una qualifica professionale. Questi i lavoratori ricercati dalle aziende della provincia di Rieti nel 2010 secondo quanto emerge dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro.
In base all’indagine, delle 1130 assunzioni non stagionali previste nell’anno in corso, solo il 6,1% riguarderà laureati (contro una media nazionale del 12,5% e regionale del 16,9%), e nel 39,6% dei casi le imprese richiederanno personale con un livello di istruzione secondario e post secondario (molto vicina alla media del Lazio pari al 39%, mentre la media nazionale è del 44%). Decisamente superiore al trend nazionale e regionale, invece, rispettivamente pari all’11,7% ed al 9,5%, la percentuale di lavoratori ricercati dalle imprese reatine tra coloro in possesso di qualifica professionale (19,3%).
Gli imprenditori del territorio, che nel 39,8% dei casi prevedono di assumere giovani fino ai 29 anni, ritengono inoltre che il 30,5% del personale ricercato sarà di difficile reperimento e che per il 69,7% dei neoassunti sarà necessaria ulteriore formazione.
Infine Excelsior analizza i canali utilizzati per reperire personale da parte delle aziende. Conoscenza diretta e passaparola continuano ad essere i sistemi più utilizzati ma sempre più spesso le aziende, per la ricerca del personale, si affidano ad intermediari professionali che privilegiano una buona qualificazione professionale e la capacità di affrontare un colloquio di selezione.
Sebbene i cosiddetti “canali interni” (conoscenza diretta e segnalazioni) siano stati utilizzati nel 2009 da quasi la metà delle imprese per la selezione dei candidati, rispetto all’anno precedente questa modalità ha perso appeal rispetto alle altre, soprattutto rispetto a quelle che prevedono l’intervento di soggetti facilitatori dell’incontro domanda-offerta di lavoro.
I canali di tipo informale, mediamente preferiti dalle piccole imprese, dall’industria rispetto ai servizi, e molto più diffusi nel Mezzogiorno che nel resto del Paese, sono stati utilizzati dal 49,7% delle aziende, il 4% in meno rispetto al
Acquistano quindi appeal gli intermediari professionali, quali agenzie di somministrazione (di lavoro interinale), società di ricerca e selezione, associazioni di categoria e internet (dove questi operatori sono presenti). Nel 2009 vi ha fatto ricorso oltre il 10% delle imprese, quasi 2 punti in più rispetto al 2008 e oltre tre punti in più rispetto al 2006.
Il ricorso a questi operatori aumenta con le dimensioni aziendali (da poco più dell’8% tra le piccole imprese al 27-29% superati i 250 dipendenti), è più diffuso nell’industria rispetto ai servizi (10,9 e 9,8%), mentre decresce considerevolmente passando dal Nord al Sud del Paese (da oltre il 13% al 5,4%).
Se quotidiani e stampa specializzata hanno registrato solo un minimo incremento, gli Operatori istituzionali (Centri per l’Impiego) hanno invece messo a segno un contenuto ma significativo incremento di consultazioni da parte delle imprese alla ricerca di nuovo personale, coinvolgendo dal 4,4% al 6,3% delle imprese in cerca di personale. Il ricorso ai Centri per l’Impiego è praticato soprattutto dalle piccole e medio-piccole imprese, da quelle dell’industria più che da quelle dei servizi e più nelle regioni del Centro che in quelle del Nord e del Mezzogiorno.
Infine, si riduce di quasi 3 punti percentuali la seconda modalità diffusa nel reperimento del personale, rappresentata prevalentemente dalle banche dati che le stesse imprese si sono costruite, interessando il 21,5% delle imprese contro il 24,7% del
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