Riccardo, innanzitutto complimenti: a 45 anni, hai appena segnato trenta punti contro Marino. Quindi per i giovani non c’è speranza di sostituirti… Vuoi dare loro qualche suggerimento?
Il suggerimento può essere quello di impegnarsi con umiltà. Al giorno d’oggi i giovani hanno poca voglia di sacrificarsi ed ascoltare consigli, ma se ne posso darne uno come disse Steve Jobs….siate affamati, siate folli.
Qual è il segreto della tua longevità cestistica? Si dice che durante la pausa estiva sia facile incontrarti mentre fai jogging per la Piana.
Ho una passione infinita per questo sport e non mi costa allenarmi e fare sacrifici anche durante la pausa estiva.
A quanti anni e con quale società hai cominciato a giocare a basket?
Ho iniziato a 13 anni alla scuola La Salle a Roma per poi passare con le giovanili dell’allora Stella Azzurra che militava in serie A.
Le tappe salienti della tua carriera?
Sicuramente gli anni in serie A ed in particolare quando ho giocato con la Benetton Treviso, Cagiva Varese e un anno in Germania con il Bayer Leverkusen.
Quali sono i tuoi più bei ricordi legati al basket?
La finale di Eurolega con Treviso(anche se persa) , la promozione con Varese in A1, la Coppa Europa vinta e la vittoria di 2 Coppe Italia.
I personaggi più carismatici che hai incontrato?
Tanti e da tutti ho imparato qualcosa:giocatori come Toni Kukoc, Orlando Woolridge, Arian Komazec, Renzo Vecchiato, Iacopini, Vianini Pittis, Gnad. Per gli allenatori non posso non citare: Giancarlo Asteo, Calamai, Zorzi, Mike d’Antoni, Dodo Rusconi, Pancotto e tra i più giovani Gramenzi e Regini. Vorrei infine fare una citazione per l’indimenticato Lollo Alberti.
Sono quindi più di trent’anni che calchi i parquet italiani ed europei, come è cambiato il basket in questo periodo? Lati positivi e negativi?
Senza entrare in merito alle regole federali che penalizzano più che aiutare sia giocatori che società, dal punto di vista del basket sul campo il gioco è molto più veloce e fisico, ma tecnicamente si è impoverito: saltano e schiacciano tutti, ma pochi lunghi ad esempio sanno fare movimenti spalle a canestro. La regola degli under poi crea dei mostri, giocatori che anni fa avrebbero giocato solo in promozione si ritrovano in categorie superiori…ma questo discorso è lungo da affrontare.
Dove trovi la motivazione per continuare a spenderti nello sport dopo tutti questi anni?
Come ho già detto la passione per questo sport, l’adrenalina della sfida e il piacere di stare con i più giovani.
Come vedi la nostra squadra in questo campionato?
Provo tanta rabbia perché siamo una squadra forte che non raccoglie quanto dovrebbe, se riusciremo a difendere meglio e giocare di più insieme, possiamo davvero toglierci delle grandi soddisfazioni
Come ti vedi tra dieci anni?
Sicuramente senza pancia, forse senza capelli, ma sempre nel mondo del basket e a correre per la Piana