A seguito dello svolgimento della riunione della Conferenza dei Sindaci della provincia di Rieti sui problemi della Sanità territoriale, CGIL CISL UIL confederali, i principali attori sociali rimasti a sottolineare la consapevolezza della crisi di Rieti, chiedono con forza che la Regione Lazio non indebolisca ulteriormente il sistema sanitario, peraltro erogato su un territorio difficile da percorrere e abitato sempre di più da una cittadinanza anziana.
Per questo, i sindacati confederali sottolineano che non è più tollerabile il colpevole silenzio della politica locale e dei diversi esponenti eletti, di fronte a un’azione della Regione Lazio che, vista la decretazione emanata, sta indebolendo Rieti, favorendo invece le altre province laziali.
Particolarmente grave appare il declassamento del Laboratorio di Analisi del De Lellis, il primo nel Lazio ad aver ricevuto nel 2000 la certificazione di qualità ISO 9001, per il quale i soli numeri della popolazione residente e i connessi volumi sono stati le discriminanti in negativo per il mantenimento dello stato preesistente. CGIL CISL UIL confederali ribadiscono che quanti hanno ricevuto l’investitura politica, a qualunque livello, escano allo scoperto e facciano sentire la propria voce per bloccare il processo in atto di depauperamento delle risorse presenti, manifestando il proprio dissenso verso scelte scellerate.
CGIL CISL UIL confederali, infine, oltre a respingere la logica regionale dei numeri quale elemento per il mantenimento degli attuali standard, confermano tutto l’impegno per sostenere il percorso intrapreso lo scorso 30 giugno con il Verbale sottoscritto congiuntamente a Regione Lazio e Direzione Ausl Rieti. Contestualmente seguiranno le eventuali aperture, attuali e future, di provenienza regionale, in merito alle rivendicazione e alle richieste che la Direzione generale AUSL di Rieti ha rivolto e rivolgerà alla Regione Lazio medesima, anzitutto finalizzate al mantenimento dell’ospedale San Camillo de Lellis come DEA di primo livello.
Ciò, non tanto per cercare di mantenere una erogazione del servizio sanitario sul territorio in linea con lo stesso dettato costituzionale ma, soprattutto, per elevare la qualità della stessa con l’ottenimento anche di nuovi primari, la concessione dei posti di lungodegenza postacuzie, l’introduzione della clinicizzazione universitaria al De Lellis stesso, il varo delle Case della salute e l’attribuzione di posti per Rsa.
Né va sottaciuta l’indifferibile esigenza di dare una soluzione definitiva alla grave carenza di personale, al ripristino delle politiche di screening, e lavorare per una gestione più efficiente delle liste di attesa, anche al fine di un progressivo abbattimento della mobilità passiva interregionale.
Rieti ha già fatto molti sacrifici sull’altare della spending review, e non solo sul versante della Sanità. Non si può chiedere di più ai cittadini di questo territorio.