La Sinistra della SEL e l’Idv si ritengono scandalizzati e offesi per la nomina di Guido Zappavigna a responsabile della Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile. Uno scandalo e una offesa dovuti non al fatto che la nomina è stata compiuta dalla presidente della Regione Polverini senza tener conto delle professionalità e delle competenze che abbondano nel territorio sabino, ma al “passato” del nuovo presidente della Riserva giocato “al limite della legalità”.
Vorremmo solo sommessamente ricordare agli esponenti politici dei partiti sopra nominati che il 6 dicembre 2000, ben dieci anni fa, la dottoressa Clementina Forleo, giudice del Tribunale di Milano e ad essi ben nota, dispose dopo le richieste del Pm l’archiviazione delle accuse formulata nei confronti di Zappavigna ritenuto quindi estraneo ai fatti contestati. Il giudizio della Forleo, definitivo, ha lo stesso valore (e questo dovrebbe essere facilmente compreso anche dagli esponenti di quei due partiti) delle archiviazioni disposte da altri magistrati nei confronti di esponenti politici dell’Idv e dei partiti confluiti in SEL.
Non ci risulta che quei partiti né a Rieti né altrove abbiano puntato il dito per esempio contro Antonio Di Pietro quando è stato nominato ministro (eppure già allora egli aveva avuto comportamernti “al limite della legalità” per i quali era stato indagato ottenendo, così come Zappavigna, il proscioglimento mediante archiviazione). Né essi si sono stracciate le vesti quando la sinistra stessa candidò ed elesse al parlamento italiano un ex terrorista. A meno che la loro memoria non sia un po’ troppo corta e che il garantismo non possa essere applicato nei confronti degli esponenti della Destra e del centrodestra.