“Il territorio che non deve essere solamente un fattore numerico da utilizzare per il calcolo delle costruzioni da realizzare ma una risorsa da valorizzare, custodire, elevare e da cui trarre, anche se di riflesso, sostentamento.”
NOME Officina Politica apprezza che il PD reatino prenda atto che le passate scelte urbanistiche, recepite nel Piano Regolatore siano “sorpassate, riduttive e distanti dalle reali esigenze della città”. Le enunciazioni di principio devono essere però tradotte in applicazioni concrete: è il “metodo” di NOME, intendiamo esemplificarlo rispetto a questa dichiarazione.
È un dato di fatto, a nord-est del nucleo storico cittadino, il “buco nero” rappresentato dal polo scolastico e dall’ex manicomio, che separa il centro città dal nucleo demograficamente più vitale, Campoloniano, pieno di potenzialità ma privo di servizi, insufficienti in particolare quelli scolastici.
Un quartiere mal collegato anche rispetto a Villa Reatina, inserito in una viabilità generale ove sottodimensionata (vedi Terminillese), ove sovradimensionata (la rete dallo stadio alla RSA Città di Rieti). Il tutto privo di un elemento di raccordo fondamentale, la rotatoria all’ex manicomio, più volte pensata, attuata parzialmente, infine abbandonata.
In termini di servizi, leggiamo in quell’area un triangolo i cui tre vertici sono rappresentati da:
- Il Polo sportivo (Palaloniano, Palamalfatti, pattinodromo, piscina), inserito fra due quartieri (Villa reatina, Campoloniano) senza alcun tipo di apertura e relazione funzionale al di fuori della pratica sportiva di settore; tutte strutture che appaiono essere “casualmente” tutte lì, in mezzo campi, ruderi, stradine distrutte
- Il Polo scolastico, che pare “buttato lì”, irraggiungibile dagli studenti se non con bus, una fruizione inimmaginabile nell’ottica di scuola moderna, aperta alla citta e con utilizzo pomeridiano degli spazi; polo oggi rappresentato da due edifici ed una palestra, senza alcuna visione in termini di potenzialità di sviluppo
- L’ex Manicomio, i cui padiglioni sono oggi trasformati in uffici ed ambulatori ASL, ma saranno verosimilmente smantellati quando verrà realizzato il nuovo ospedale, (avendo il “vecchio” edificio a fianco!!): il destino dell’ex manicomio è deserto e luogo di degrado
Mettiamo al centro del triangolo un modello di sviluppo di quell’area. Prendiamo una eccellenza riconosciuta per Rieti, lo sport, e immaginiamola inserita in un sistema formativo che diventi volano di sviluppo. Un Campus scolastico, campus sportivo, servizi di formazione professionale e istruzione nella medicina sportiva, servizi di residenza per studenti ed atleti ”fuori sede”. Progettiamo e realizziamo, con una gestione programmata anche di investimenti, una relazione costante tra il polo e le strutture sportive, oggi sottoutilizzate e (paradossalmente) prive di alcuni servizi essenziali.
Facciamo in modo di portare ed attrarre servizi sanitari e di ricerca specifici per lo sport, integriamo il tutto con il nuovo ospedale, la cui vicinanza (e magari con una piccola idea di “contenuti” funzionali ad un progetto di sviluppo) può essere ulteriore fattore competitivo.
A mero esempio di attività allocabili nel campus: Liceo scientifico sportivo, Istruzione e Formazione Professionale per Istruttore Sportivo e Animatore Turistico, Alta Formazione nella medicina sportiva, servizi di residenza convenzionata per studenti fuori sede, per le società sportive giovanili e per le società sportive professionistiche e semiprofessionistiche. Interventi edilizi per la residenza convenzionata/b&b per studenti e lavoratori non residenti a Rieti.
In una fase di decrescita demografica (ed economica delle famiglie), non è più applicabile il processo: costruzioni – oneri di urbanizzazione – realizzazione di opere pubbliche.
Un nuovo PRG, aderente alla realtà fattuale dei prossimi 20 anni, dovrebbe invece esaltare la possibilità di relazione fra gli investimenti pubblici e opportunità per le iniziative private: il settore dello sport, della ricerca, della medicina sportiva sono solo un esempio.
Un volano di sviluppo, strumento per portare le opere di urbanizzazione necessarie in quell’area, rivedendo il sistema viario (automobilistico, ciclabile, pedonale), con collegamenti e servizi da e verso Porta d’Arce, e Micioccoli, operando finalmente la ricucitura tra Campoloniano e la Città.
Speriamo che una nuova consapevolezza del futuro porti anche nuovi “metodi” per affrontare le sfide che si prospettano all’orizzonte. Per quanto riguarda l’urbanistica, la definizione di indirizzi generali chiari e comprensibili, coerenti con la vocazione del territorio, su cui calare, in una fase successiva, le scelte di dettaglio, che non siano frutto di “trovate” estemporanee, come tanti annunci altisonanti, anche recenti, sfioriti nel breve spazio di un comunicato stampa.