Lunedì 28 aprile, si è svolto un incontro presso il Ministero del Lavoro per l’esame della richiesta di CIGS avviata da Alcatel-Lucent lo scorso 3 aprile.
L’azienda, oltre a respingere qualsiasi ipotesi di contratto di solidarietà, si è dimostrata indisponibile a una concreta rotazione nella CIGS.
L’azienda infatti ha dichiarato che le rotazioni ci sarebbero state solo dove avesse verificato che fossero possibili dal punto di vista organizzativo, ma in ogni caso per un numero non superiore al 10% delle persone in CIGS e solo all’interno della platea dei 285 che l’azienda considera esuberi, senza garantire nessuna quota minima di addetti coinvolti nella rotazione! Di fronte a questo, il sindacato ha chiesto di sospendere la discussione per il tempo necessario a questa “verifica” da parte dell’azienda, per poter valutare qualcosa di concreto, ma anche su questo non c’è stata nessuna disponibilità da parte della direzione aziendale.
L’azienda ha quindi dichiarato che la collocazione in CIGS avverrà in tre scaglioni, nei mesi di maggio, luglio e gennaio, e le persone resteranno in CIGS fino al termine (fine di aprile 2015), a meno di eventuali ricollocazioni interne o esterne. Le persone del “perimetro cassa”, cioè quelle lavoratrici e quei lavoratori che hanno già subìto collocazioni in cassa integrazione negli ultimi anni, faranno parte del primo scaglione, quindi con 12 mesi di CIGS a zero ore.
La procedura si è conclusa quindi senza accordo per esclusiva responsabilità dell’azienda, che continua a voler utilizzare la CIGS come strumento di espulsione mirata, unicamente sulla base del giudizio individuale che l’azienda dà dei singoli lavoratori. Grave anche il comportamento del ministero del lavoro, che ha svolto un ruolo puramente burocratico, ed ha avallato una richiesta aziendale che riteniamo contenga gravi irregolarità.
Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e il Coordinamento sindacale, non possono avallare questo comportamento aziendale. La conclusione della fase di consultazione sulla CIGS non significa la conclusione della vertenza!
Occorre proseguire con tutte le iniziative per ostacolare questa sciagurata scelta aziendale, per tutelare le lavoratrici e i lavoratori, per contrastare i progetti aziendali di delocalizzazione delle attività.
Nei prossimi giorni si effettueranno le assemblee in tutte le sedi italiane per discutere della situazione. Nel contempo, è proclamata una giornata nazionale di mobilitazione per il 7 maggio, con otto ore di sciopero (giorno in cui presumibilmente arriveranno le lettere di collocazione in CIGS dei lavoratori).