L’indagine trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese della Camera di Commercio Rieti-Viterbo, conferma l’incremento avviato da inizio anno. Boom per il settore costruzioni.
Continua la crescita del numero di imprese nell’alto Lazio, con un aumento complessivo nel terzo trimestre dello 0,34%, una percentuale in linea con il trend nazionale, 0,36%. Tra le due province è quella reatina a mettere a segno il risultato migliore con un +0,45%, mentre si ferma a +0,29% la Tuscia. A livello nazionale l’incremento è di +0,36% e per il Lazio +0,49%.
E’ quanto emerge dall’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese della Camera di Commercio Rieti-Viterbo.
Questo risultato si va a sommare a quello positivo dei primi due trimestri, segnando un aumento complessivo nei primi nove mesi del 2021 dell’1,1%, con le due province sostanzialmente in linea con questo trend.
Tra i settori più attivi di quest’anno si trovano senz’altro i servizi di informazione e comunicazione, le attività professionali scientifiche e tecniche, i servizi di supporto alle imprese e le costruzioni. Quest’ultimo settore, sicuramente il più importante, sia in valore assoluto sia in termini di indotto all’interno dei sistemi imprenditoriali hanno chiaramente influito le varie misure a sostegno del comparto, in primis il superbonus 110%. Facendo una valutazione biennale del comparto si evidenzia una crescita nel numero delle imprese nell’alto Lazio di circa 400 imprese in più, con un tasso di crescita del 5,3%, molto simile tra le due province analizzate: Viterbo 5,26% e Rieti 5,34%.
Anche sul piano nazionale il saldo tra aperture e chiusure nel terzo trimestre 2021 è stato positivo, chiudendo al di sopra di quota 20mila imprese (per l’esattezza 22.258), una soglia superata solo due volte nei trimestri estivi del decennio pre-pandemico. A spingere sulla vitalità del sistema imprenditoriale nel trimestre da poco concluso sono state le costruzioni che, grazie agli influssi benefici dei bonus e superbonus, con 6.200 imprese in più (+0,95% rispetto a fine giugno) hanno contribuito per il 28% al bilancio positivo del periodo.
Oltre al settore edile a spiccare per dinamismo nel trimestre estivo è stato quello delle attività professionali, tecniche e scientifiche (+1,16% corrispondente ad un saldo di 2.649 imprese in più). Come riflesso della ripartenza di tante attività legate alla dimensione sociale – e della voglia degli italiani di mettersi alle spalle i giorni del lockdown – si segnala anche il dato delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento, cresciute in estate dell’1,02% (819 unità). Istruzione (+0,95%), attività finanziarie e assicurative (+0,89%) e servizi alle imprese (+0,85%) gli altri settori in evidenza per dinamismo. In termini assoluti, invece, dopo le costruzioni (come detto con 6.196 imprese in più) troviamo le attività di alloggio e ristorazione (+3.141), il commercio (+2.923) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.649).
Sul buon andamento del saldo si riflette, tuttavia, il perdurare della frenata impressa dal Covid alle chiusure di imprese: 40.133 quelle complessivamente registrate fra luglio e settembre, il dato più basso nella serie degli ultimi dieci anni. La tenuta delle iscrizioni (62.391) ha comunque consentito di registrare a fine settembre un saldo di 22.258 imprese in più rispetto alla fine di giugno, portando lo stock delle imprese a raggiungere il valore di 6.166.416 unità.