Riducendo, forse, il dibattito politico locale a strumento per dare soddisfazione ad aspettative personali?
Questa amara constatazione la fa Natale Raccogli, una vita nella CISL, anche da Segretario Generale di Rieti.
Talvolta, pur in presenza di “argomenti giusti” (
Antonio Cicchetti, per esempio, è, forse, percepito trasversalmente come tale (e il risultato elettorale regionale lo dimostra!). Per questo, appare quasi incomprensibile la sua defenestrazione dalla Giunta Polverini. La sua sostituzione con una “espressione femminile” della politica reatina, ancora da fare, è una vicenda paradossale e c’è qualcosa di surreale nella girandola di dichiarazioni (tutte spontanee?) e di aspettative che si leggono sui giornali, dimenticando che la funzione politica di un Assessore Regionale è di altissimo profilo e di grande significato per un territorio povero di risorse come il nostro.
Viene quasi la voglia di condividere la posizione del Sindaco Emili quando dice che “sarebbe meglio restare senza assessore”.
In realtà, però, si celebra, così, la sconfitta della politica e di una classe dirigente che, da destra a sinistra – e viceversa -, non è riuscita a dare un segno di inversione di tendenza al declino progressivo del tessuto produttivo ed occupazionale della Provincia di Rieti.
Il dibattito, tutto nazionale, che si è aperto sul sistema di valori tipico di una democrazia evoluta, che oggi vede il Presidente Fini in una posizione di riferimento che va seguita con grande attenzione, sembra non sfiorare la nostra dimensione territoriale, dove il gioco, purtroppo, appare imperniato sul riposizionamento strategico, e talvolta imprevisto, di figure storiche della politica reatina, piuttosto che sulle esigenza della comunità.
Abbiamo bisogno di uscire dalla palude degli egoismi incrociati e di non dimenticare che il futuro di Rieti sarà migliore se chi lavora per esso non lo legherà al proprio destino di dirigente o di politico.