Durante tutto l’anno la Comunità di Sant’Egidio è particolarmente attenta alla realtà delle carceri italiane e svolge al loro interno attività di volontariato in sostegno della popolazione carceraria che, come noto, quest’anno appena concluso ha sofferto in maniera particolarmente pesante a causa del sovraffollamento e delle carenze strutturali.
Dopo il periodo di eccezionale isolamento, dovuto alla pandemia, il carcere stenta a trovare fili di collegamento con la realtà esterna che possano ridurre l’estraneità che troppo spesso caratterizza il vissuto dei detenuti, specialmente di quanti hanno le famiglie lontano o del tutto inesistenti.
Nei giorni delle festività natalizie questo senso di isolamento e solitudine si acuisce, quando la tradizione invita a riunirsi con i propri cari e a scambiarsi visite e auguri con amici e parenti. I volontari di Sant’Egidio vogliono, con varie iniziative, colmare questo vuoto e dare a ciascun detenuto la possibilità di scambiare un augurio e uno sguardo di simpatia e amicizia con qualcuno che dal “mondo esterno” viene a dire che ci si ricorda di loro e si ha piacere a trascorrere alcune ore di festa insieme.
È questo il senso e l’intento dell’iniziativa che sabato 4 gennaio avrà luogo nella Casa Circondariale di Rieti con il sostegno della Direzione e del Personale carcerario. Un gruppo di volontari di età e provenienza diversa trascorrerà la giornata fra le mura del carcere di via Maestri del Lavoro organizzando tombolate in ogni sezione, la distribuzione di un pacco dono personalizzato per ciascun detenuto e un pranzo con circa 100 detenuti con i piatti della tradizione natalizia italiana: lasagne, polpettone, lenticchie e dolci.
In sintonia con quanto affermato dal Presidente Mattarella nel suo messaggio alla nazione di fine anno, il carcere può tornare ad essere un luogo nel quale riscoprire le potenzialità di ciascuno e preparare il proprio reinserimento nella società con una coscienza più matura e il desiderio di costruire un futuro migliore per sé, i propri cari e la società tutta intera. Per questo è importante creare occasioni di incontro, riflessione e anche festa che irrobustiscano dignità e speranza in ciascun detenuto.