Rieti è la settima provincia italiana e la seconda nel Lazio per tasso di crescita annuale imprenditoriale nel 2019. E’ quanto emerge dai dati diffusi oggi da Unioncamere-InfoCamere in merito alla rilevazione trimestrale Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese italiane relativamente all’anno appena concluso.
I dati sono disponibili online all’indirizzo www.infocamere.it/movimprese.
E’ di 189 imprese (+1,24%) il saldo positivo registrato nel Reatino nel 2019 tra iscrizioni (1.064) e cancellazioni (875) nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Rieti. Un saldo percentuale superiore alla media nazionale (+0,44%), trainato in particolare dalla crescita delle società di capitali (+5,97%) ed in misura minore dalle ditte individuali (+0,42%), mentre sono in calo le società di persone (-2,36%) e le altre forme societarie (-0,10%).
“Sono dati che segnalano una tenuta del tessuto imprenditoriale reatino nonostante il difficile periodo economico e le conseguenze degli eventi sismici che hanno colpito duramente il nostro territorio e che ancora fanno sentire i loro effetti”, dichiara il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini.
A livello nazionale sono 353.052 le imprese nate nel 2019, circa 5mila in più rispetto all’anno precedente. A fronte di queste, però, 326.423 hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, 10mila in più rispetto al 2018. Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato, a fine anno, un saldo tra entrate e uscite positivo per 26.629 imprese, il saldo minore degli ultimi 5 anni. A fine dicembre 2019, quindi, lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.091.971 unità.
Nel Reatino, a guadagnare terreno sono in particolare i settori agricolo e delle costruzioni, mentre soffrono commercio, attività manifatturiere e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione.
Ampliando lo sguardo a tutta la Penisola, crescono i settori dei servizi legati al turismo, le attività professionali, i servizi alle imprese e – sulla scia del basso costo dei mutui e degli incentivi al recupero edilizio ed energetico – le attività immobiliari e le costruzioni. Si restringe invece ulteriormente la platea dell’industria manifatturiera, quella del commercio e dell’agricoltura. Segnali se non positivi, quantomeno incoraggianti vengono dall’artigianato che, pur chiudendo in rosso il bilancio annuale (-7.592 attività), dopo otto anni vede tornare a crescere il numero delle iscrizioni di nuove imprese, che nel Reatino nel 2019 sono state285 a fronte di 307 cancellazioni per un saldo negativo di 22 imprese pari al -0,62%.
Guardando alla geografia delle imprese, a restare al palo tra le grandi macro-ripartizioni (confermando la performance del 2018) è stato il Nord-Est (-0,1% il tasso di crescita, equivalente a circa 1000 imprese in meno nei dodici mesi).
Il dato più positivo riguarda il Mezzogiorno che, con una crescita di 14.534 unità, da solo determina oltre la metà (il 54,6%) di tutto il saldo positivo dello scorso anno. Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073). Sul fronte opposto Piemonte (-1.517), Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) sono le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).
A conferma di un trend ormai consolidato, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle società di capitali (+3,52% il loro tasso di crescita nel 2019, per un saldo pari a ben 60.382 imprese in più rispetto al 2018). Un ‘bottino’ sufficiente a compensare la perdita di circa 18mila società di persone (-1,8%) e di poco più di 16mila imprese individuali (-0,5%).