Vedo con preoccupazione che esponenti del centrodestra confondono i titoli dei giornali con la legge, animando una polemica sterile, inutile e pretestuosa, fino a minacciare le vie giudiziarie.
Consigliamo loro di non perdere tempo e assumere invece un atteggiamento più degno e responsabile.
Il presidente Piero Marrazzo non si è autosospeso perché, come dovrebbero sapere tutti coloro che conoscono le minime regole della nostra grammatica istituzionale, questa formula non esiste nello Statuto del Lazio.
Nello Statuto esiste, invece, l’articolo 45 che al comma 2 prevede testualmente che il “vicepresidente sostituisce il presidente in caso di assenza o impedimento temporaneo”. Ed è esattamente questa la fattispecie normativa in cui ci troviamo.
Mi sembra di tutta evidenza che il presidente Marrazzo si trovi oggi in una situazione di stress psicofisico tale da non permettergli di svolgere serenamente il proprio lavoro, visto che è stato oggetto di un ricatto spregevole. Va piuttosto riconosciuto a Piero Marrazzo un senso di responsabilità, un rispetto per l’istituzione e per i cittadini che altri dovrebbero prendere ad esempio.
Di fronte a un percorso chiaro, si preferisce fare rumore. Senza naturalmente curarsi degli effetti.
La Regione Lazio, lo dico al sindaco Alemanno, è nel pieno delle sue funzioni istituzionali e amministrative. E questo è un fatto positivo anche per il Comune di Roma.
Bloccare oggi l’attività amministrativa significherebbe creare ulteriori difficoltà nell’attuazione del piano di rientro, introdurre un ulteriore elemento di disturbo nella già difficile trattativa per ottenere dal Governo i fondi che ci spettano. Risorse indispensabili non per una parte politica, ma per pagare i mandati di oltre 1.000 aziende, per dare le risorse al Comune di Roma e a tutti i Comuni del Lazio, per sostenere migliaia di famiglie.
Bloccare oggi l’amministrazione, significherebbe ritardare l’attuazione della legge sul Reddito garantito, che riguarda migliaia di cittadini costretti a vivere in condizioni economiche disperate. Significherebbe, infine, non approvare il bilancio di previsione.
Si cerca di andare subito alle elezioni sfruttando biecamente il dramma di un uomo.
Per un misero calcolo politico, non si esita a creare difficoltà nella gestione della cosa pubblica e nella vita dei cittadini.
Ma il concetto di pubblico e privato, come ormai si è capito bene, per il centrodestra italiano è molto flessibile. Appena il presidente Marrazzo sarà in condizione di riprendere il suo lavoro discuteremo insieme tempi e modi delle dimissioni.
Noi ci assumiamo le nostre responsabilità, continuiamo a lavorare e lasciamo alle anime belle e ai professionisti della malafede, la politica del tanto peggio tanto meglio.