Micheli sindaco di Rocca Sinibalda: “APS, da Spa ad Azienda Speciale Consortile”

“Ho molto apprezzato l’intervento del collega Luca Zonetti, sindaco del Comune di Castelnuovo di Farfa, sul tema del sistema idrico integrato della Provincia di Rieti e di APS, la Spa pubblica appositamente creata per la sua gestione (LEGGI). In particolare, perché mi ha permesso di mettere a fuoco alcune questioni che negli scorsi giorni erano balenate alla mente, e stimolato alcune riflessioni.

Premetto, per onestà intellettuale, di non essere un Sindaco a priori contrario alla gestione di APS, che ritengo invece sia stata la soluzione necessaria per Rieti dopo una lunga battaglia, quasi ventennale, per il mantenimento della gestione pubblica dell’acqua nella nostra Provincia. Una scelta sicuramente di compromesso, ma che ha dato finalmente ai comuni lo strumento per sgravare gestioni ormai insostenibili per i nostri magri bilanci comunali. Il mio comune non ha ancora conferito ma è in procinto di effettuare la consegna degli impianti ad APS.

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid, e ancor più l’emergenza economico sociale che ne sta derivando, ha posto di nuovo all’attenzione dell’opinione pubblica, e a maggior ragione dei sindaci, il tema dell’acqua e della sua pubblicizzazione, della sua natura di bene primario e delle insensate norme che condizionano mutualità e socializzazione di questo bene primario.

“Credo che una società pubblica che si rispetti debba tener conto di tali aspetti, anzi ritengo che la mission della stessa, oltre ad offrire e garantire il servizio idrico debba avere anche uno scopo di mutualità a favore ed a garanzia degli utenti, altresì verrebbe meno il principio pubblicistico, pertanto sarebbe stato opportuno ritardare l’emissione delle bollette aspettando ed investendo risorse su letture reali, oppure applicare dei consumi stimati ponderati alla media degli anni precedenti, evitando disagi, incomprensioni e inutili bollette di rettifica cui necessariamente dovrete emettere.

Infine, signor Presidente vorrei aprire un fronte sul costo del servizio, comprendo che il costo del servizio deve pareggiare i costi di gestione ma comprendo anche da Sindaco di un piccolissimo Comune che continuando su questa politica manageriale, cui forse i conti sono sfuggiti di mano, a solo pochi anni dalla costituzione, i cittadini non riusciranno più a sostenere delle bollette con costi eccessivi per un bene di prima necessità. “

Ecco, in questi due passaggi di Luca Zonetti si può leggere molto dello spirito che animò il referendum del 2011 per l’acqua pubblica e che, in molti territori, è stato tradotto correttamente in una gestione autenticamente pubblica.

La Spa di per sé rimanda immediatamente a un’immagine di managerialità e di mercato che stona con l’idea di pubblico che, sempre, deve potersi fare carico in primo luogo di chi è più in difficoltà. E che in questo tempo di crisi sanitaria, sociale ed economica, sul tema dell’acqua non vi sia il minimo spazio per venire incontro alle persone più in difficoltà, alle attività che hanno affrontato chiusure e altrettanto difficili riaperture, che non vi sia stato neanche lo spazio per rimandare l’invio delle bollette, è inammissibile. Come è inammissibile che, nei comuni appena subentrati, le bollette siano immancabilmente presunte e mai fondate su letture reali dei contatori. Una spa che non è in grado di garantire personale che sul territorio faccia le letture ha un problema evidente di gestione.

Il tema quindi è di come la mission pubblica possa trovare spazio nella gestione di APS e di come la volontà dei sindaci possa tradursi in scelte che il management attui. Quello che appare ora è che il management stia esplorando direzioni “ostinate e contrarie” rispetto alle volontà degli amministratori. Quantomeno è scarso il dialogo, o forse anche quello è subordinato alla dimensione dei comuni, e alle maggioranze politiche che li sorreggono. Certo, si è stipulata la convenzione con ACEA ATO2 per le interferenze d’ambito, e abbiamo il ristoro per la salvaguardia ambientale delle sorgenti. Ma questo è stato un risultato ottenuto dal management o dalla politica? E il lavoro che si sta facendo per modificare la convenzione allargandola anche alle reti, è politico o del management?

Allora il tema è: esiste uno strumento, diverso dalla SPA, con AUTONOMIA IMPRENDITORIALE ma che conservi il carattere di ENTE STRUMENTALE DELL’ENTE LOCALE, attraverso cui portare completamente sul terreno pubblico la gestione dell’acqua sul nostro territorio?

Va ricordato che la strutturazione in S.p.A., società, per sua natura, di carattere privatistico, non garantisce il carattere pubblico della gestione dell’acqua, esponendosi ad eventuali “scalate” da parte di soggetti privati.

La risposta, banalmente, è che si, questo strumento esiste e si chiama AZIENDA SPECIALE CONSORTILE.

Si tratta dell’unica soluzione coerente, quindi, per garantire che un bene essenziale come l’acqua, necessario ad ogni abitante del territorio, non sia soggetto alle dinamiche del mercato, e per avviare una gestione partecipata di questo bene essenziale, come da alcuni anni avviene in città come Parigi o Napoli. Queste esperienze dimostrano che una gestione veramente pubblica permette una riduzione delle tariffe e una destinazione degli utili che consenta lo sviluppo e la manutenzione della rete, riducendo significativamente fenomeni quali la dispersione dell’acqua.

D’altro canto, la trasformazione consentirebbe di avviare anche sul nostro territorio la costituzione di strutture (consigli e commissioni aperti, comitati e strutture partecipative dei cittadini e di associazioni di cittadini, nonché dei lavoratori che erogano il servizio), che consentano alla cittadinanza di essere pienamente coinvolta nella gestione e nel controllo dell’acqua, invertendo questa pericolosa tendenza che vede i sindaci già passati sotto la gestione di APS come bersagli delle pur legittime proteste dei cittadini, così come delle opposizioni, magare composte dagli stessi che negli anni precedenti hanno votato tutto quello che preliminarmente ha portato alla costituzione di APS.

La difficile fase che ancora stiamo vivendo a causa del COVID 19 è lì a dimostrare che solo la gestione pubblica è in grado di garantire in maniera equa alla cittadinanza l’erogazione dei beni e dei servizi essenziali, (acqua, salute, istruzione, ecc) rafforzando la consapevolezza diffusa dell’importanza di sottrarli alle leggi del mercato.

Andranno certamente valutati eventuali elementi ostativi, sul piano amministrativo, o sul piano giuridico/normativo, alla trasformazione. Ma in sostanza si tratta di una decisione politica, legata essenzialmente alla volontà dei Sindaci.”