Mezzetti: fuori luogo l'intervento a gamba tesa della minoranza

Di fronte a cotanta ignoranza politico amministrativa mi viene da non rispondere neanche, ma poi leggendo fino in fondo l’articolo (LEGGI), non senza aver avvertito i miei legali, tengo a precisare che quanto i consiglieri di minoranza dichiarano, non soltanto non corrisponde a verità, ma delinea una conoscenza amministrativa pari allo zero ma soprattutto non sanno neanche che proprio sotto le loro legislature il Palazzo dello sport di Piazzale Leoni si chiama ormai da un decennio Pala Cordoni.
E entro nel metodo. Un assessore non può essere sfiduciato in consiglio comunale in quanto l’assessore gode della fiducia del Sindaco che egli stesso ha nominato e quindi se qualcuno ritenesse opportuno farlo, soltanto il Sindaco potrebbe sollevarmi dall’incarico. Impossibile dunque discutere quella mozione in consiglio comunale. Entrando invece nel merito della vicenda, quando ho ricoperto l’incarico di Assessore allo sport non soltanto mi sono comportato in maniera neutrale con tutte le discipline sportive, ma ho anche approfondito amicizie e conoscenze con chi, come me, aveva deciso di intraprendere la via di dirigente sportivo interpretando prima di altri quali e quanti sono gli sforzi che un dirigente sportivo al giorno d’oggi deve affrontare non senza le “critiche”, che oggi vengono da una precisa parte politica ignara delle sane passioni, ma che spesso vengono anche per mancanza di risultati.
Quando nel 2012 ho intrapreso l’incarico di assessore, il sottoscritto si è dimesso da ogni incarico amministrativo nelle associazioni sportive, ma dirigenti sportivi si nasce e non si diventa. Il panorama sportivo nel 2012 era ai limiti della praticabilità e a Rieti non c’era più una squadra di basket (eppure Carmine Rinaldi, che risulta tra i firmatari, ne dovrebbe sapere qualcosa), e in molti provammo a convincere Giuseppe Cattani, che ancora oggi mi rinfaccia scherzosamente di avergli complicato la vita, ma che ci ha fatto riassaporare la serie A dopo i fasti di un tempo. Il calcio veniva da stagioni che si trascinavano di anno in anno con promesse dei passati amministratori mai mantenute (mi risulta che Sanesi, firmatario della mozione fosse stato uno dei millantatori) e li’ provai a coinvolgere dapprima Riccardo Curci e poi Franco Fedeli, e ancora dopo Riccardo Curci, facendo tornare la gente allo stadio e dando una mano a costruire strutture societarie solide con l’obiettivo di divertire.
In quel panorama provammo anche a ricomporre le idee per la costruzione di una polisportiva e da li’ con un tesoretto di 37 mila euro totali, abbiamo cercato di sostenere parte delle trasferte del basket, del calcio, del calcio a 5, del basket la foresta, del rugby, e anche del volley che in quella stagione sportiva partecipava al campionato di B1 in un girone con squadre sarde e di tutta l’italia centrale, con il campionato di più alto livello mai conosciuto a Rieti. Con 37 mila euro a occhio e croce abbiamo sostenuto tre trasferte per società, tra cui Messina in pulmann per il rugby.
E a me si viene a contestare trasparenza e parzialità? Andate a chiedere che rapporti c’erano tra i presidenti e questo assessorato aperto anche 24 ore su 24 in periodi in cui 5 società su sei stavano sparendo dalla città. Oggi entro in ogni palazzetto e in ogni campo sportivo ancora pagando biglietto e abbonamento perché so, proprio per viverlo giornalmente, cosa significa tenere in piedi un soggetto sportivo, a differenza di chi tra i firmatari va elemosinando biglietti gratis e abbonamenti gratis che sotto il mio assessorato erano spariti. Orgoglioso di averlo fatto e lo rifarei con la stessa intensità, e vista questa opposizione così assente non è detto che non mi toccherà di nuovo tornarlo a fare nei prossimi anni.
Ma torniamo al Palacordoni, ai presunti ma non accertati ammanchi nelle casse del comune per i proventi dei servizi a domanda individuale sulle palestre e sui campi sportivi. I giganti oppositori forse non sanno che nel 2009 in cui Sanesi era assessore gli ammanchi erano di 66 mila euro, cosi come nel 2010 e cosi come nel 2011, con tariffe di 5 euro l’ora ( oggi sono quintuplicate, corte dei conti docet) . Peccato però che a quei tempi i contributi c’erano per tutti con la maxisanatoria di 100000 che fu fatta per “tenersi buoni tutti” e con fior di contributi dati a basket e calcio perché lo sport cosi come si legge nelle delibere e determine “era un fenomeno sociale”.
A proposito di sociale, i furbetti del quartierino sanno che il PalaCordoni non è possibile darlo in gestione perché fu costruito con i fondi, nel 1970, del Ministero della Pubblica Istruzione ed ancora oggi è una palestra scolastica. Non è a norma? Abbiate il coraggio di chiederne la chiusura, vi ritroverete l’istituto alberghiero, la ginnastica ritmica, il basket, il basket in carrozzina e per ultimo, per percentuale di ore di utilizzo la pallavolo, che troverà un altro impianto senza problemi.
Lo sport, cari amici, si gioca con fair play e non con interventi a gamba testa che fanno male solo a chi a fine mese si mette le mani nel portafogli e paga personalmente i propri hobby.