Egregio Sottosegretario,
dal secondo semestre 2009 è iniziata nel Lazio la progressiva trasformazione del sistema di trasmissione televisiva da analogica a digitale.
Secondo le direttive ministeriali lo spegnimento di canali analogici deve essere attuato a partire dal 16 novembre prossimo ed entro e non oltre il 30 dello stesso mese.
A quella data si corre il rischio che diverse zone della nostra provincia rimangano al “buio”, non potendo più ricevere né il segnale digitale né quello analogico, togliendo di fatto la possibilità a chi non sia dotato di impianto satellitare di potere guardare la televisione.
Infatti il passaggio dall’analogico al digitale sarà praticamente “indolore” (eccettuato i disagi connessi all’acquisto e all’utilizzo del decoder) soltanto in quelle zone coperte da segnali ufficiali su canali assegnati alle emittenti aventi diritto.
Nel Reatino, come molte altre parti d’Italia, invece molte zone sono coperte da canali autorizzati dal Ministero delle Comunicazioni a varie Amministrazioni locali che però entro il 30 novembre prossimi dovranno essere tassativamente disattivati.
A partire da quella data, quindi, circa 15 mila residenti della nostra provincia non potranno più ricevere i canali Rai, Mediaset e, in alcuni casi, anche alcune emittenti locali che grazie ai ripetitori delle Amministrazioni locali erano fruibili gratuitamente, se non acquistando un decoder satellitare per ricevere il Bouquet “TVSAT” attivato sul satellite “Hot Bird” dove vengono trasmessi in chiaro i segnali Rai (eccetto Rai Tre Lazio), Mediaset e La7.
Per di più alcuni impianti realizzati negli anni dai Comuni, per ovviare all’insufficiente copertura di quelli ufficiali, vengono considerati addirittura illegali.
Tale situazione, oltre a creare un gravissimo disagio, andrebbe anche a ledere un diritto a fasce di popolazione che hanno nella televisione il principale se non l’unico mezzo di informazione.
Certo della Sua sensibilità verso tale problematica, Le chiedo di intervenire per trovare una soluzione ad un problema che crea una insopportabile disparità di trattamento tra i cittadini.
Fabio Melilli