La Manovra-bis, approvata dal Consiglio dei Ministri il 12 agosto è da considerarsi una manovra iniqua ed ingiusta ma in alcuni punti può definirsi persino odiosa.
La stessa contiene una norma gravissima e penalizzante nei confronti delle politiche per le disabilità, continuando lo smantellamento della legge 68/99 da parte del Ministro Sacconi.
Con la formulazione dell’art.5, il Governo, ancora una volta, rende inefficiente il collocamento dei disabili (legge 68/99), attraverso modifiche che rendono inapplicabili i controlli sulla corretta applicazione della norma.
Riepilogando:
• Con le nuove norme le aziende non sono più obbligate a richiedere all’ufficio di collocamento provinciale il certificato di ottemperanza, secondo la legge 68/99, certificazione necessaria per poter partecipare a gare o appalti pubblici , ma l’ottemperanza della legge viene affidata all’Ente che emana il bando (che naturalmente dovrebbe richiedere il certificato all’ufficio provinciale!!! Chi controlla che questo avvenga???
• Inoltre, è stata modificato l’articolo di legge che obbligava le imprese a presentare annualmente all’ufficio provinciale del lavoro la situazione occupazionale ed il numero dei disabili presenti in azienda entro il 31 marzo di ciascun anno. Questa norma è stata modificata, sollevando dall’obbligo le aziende dalla denuncia annuale qualora la situazione dell’organico fosse rimasta la stessa. Poiché, sia per la disabilità così come per altri settori, il numero degli ispettori è insufficiente, nessuno controlla, ed il numero delle evasioni della legge accertate sono approssimative.
• La Finanziaria-bis, con l’art. 9, si propone di abrogare ulteriori controlli sull’applicazione della legge, modificando la norma sulle compensazioni territoriali. La Finanziaria elimina le autorizzazioni degli uffici provinciali, consentendo alle imprese, pubbliche e private, anche se operanti in regioni e comuni diverse di agire autonomamente. Ma, a nostro parere, fatto ancor più grave, si rischia di ritornare a vedere i “reparto confino”, luoghi di segregazione delle lavoratrici e dei lavoratori con disabilità e con delle politiche di occupazione per il lavoro che potrebbero penalizzare territori poveri e con alte percentuali di disoccupazione di persone con disabilità.
Per quanto detto, la CGIL sta mettendo a punto delle iniziative per la soppressione dell’art. 9, a tal proposito, nella lettera aperta inviata a CISL e UIL Susanna Camusso chiede di affrontare unitariamente la questione del collocamento obbligatorio.
Per questo è importante la piena riuscita dello Sciopero Generale del 6 settembre che la Cgil ha proclamato per respingere l’intera manovra con tutti i suoi contenuti di tagli, tasse e di cancellazione dei diritti.
Per questo chiederemo nelle prossime ore l’adesione alle associazioni, ai sindaci e ai partiti politici.