Le scelte dei Governi che si sono susseguiti sulla vicenda del lavoro nero di stato fin dalla sua nascita nel 1996 ad oggi si sono limitati a poche autorizzazioni all’assunzioni vere, ma piuttosto hanno scelto deliberatamente di eliminare il problema delle assunzioni, attraverso appalti milionari a società e consorzi di cooperative di dubbia provenienza e costituite allo scopo di accaparrarsi soldi pubblici per assunzioni precarie, salvo rispedirli a fine finanziamento nel limbo della disoccupazione e di altro lavoro nero.
Questo non è accaduto per caso o perché i lavoratori lo hanno scelto, la cacciata degli lsu è stata studiata a tavolino con il consenso di Cgil Cisl e Uil, ben contenti di farlo attraverso loro società cooperative e consorzi di affari (l’appalto di pulizia delle scuole per 375 milioni di euro ne è valido esempio).
Il mancato riconoscimento del rapporto di lavoro, della professionalità e della anzianità di servizio affogano le legittime attese di migliaia di lsu vittime di finte stabilizzazioni con i privati, cacciati dall’ente che ha sfruttato la loro attività e ne ha tratto un indebito arricchimento.
E le condizioni dei lavoratori dei servizi privatizzati?
Sottoposti al ricatto del rinnovo dell’appalto e condotti con bus pagati dai consorzi- sindacati a manifestare per garantire la torta ai padroni.
· Confinati in reparti ghetto e resi innocui alle proteste con il dono dell’inattività lavorativa perché le società non hanno nessun servizio da garantire, se non quello di riciclaggio dei politici nei consigli di amministrazione.
· Tolti di mezzo dagli enti pubblici per assunzioni più appetibili dal punto di vista elettorale e delle spartizioni sindacali.
Nella sola Regione Lazio tutte le società costituite o sono fallite (Multiservizi Valle Aniene , Coop. Service a Terracina, Consorzio S. Gallo a Nettuno, la società di Pomezia, la Multiservizi di Priverno) altre sono sulla strada del fallimento (Multiservizi Frosinone) altre giacciono improduttive (Risorse Sabine e Rieti Turismo).
Tra l’altro la recente riforma delle società pubbliche ne prevede la privatizzazione con conseguenze immaginabili per i lavoratori (licenziamenti, contratti a ribasso, meno diritti e garanzie, ecc)
A questo scandalo e a chi continua a caldeggiare la cacciata degli lsu dai servizi pubblici rispondiamo il 23 ottobre 2009 con lo sciopero generale, per la reinternalizzazione di tutti i servizi della pubblica amministrazione appaltati, vergognoso regalo a imprenditori e politici che mantengono il loro tenore di vita e di potere senza alcun rischio, grazie ai soldi pubblici di tutti, anche dei precari ex lsu che lavorano per loro.
Scioperiamo tutti e partecipiamo in massa alla Manifestazione Nazionale di Roma il 23 ottobre alle ore 10.00 in piazza della Repubblica.