Ludopatia: 51 punti di ascolto per contrastare il fenomeno

Ludopatia, o gioco d’azzardo patologico. Si definisce così la patologia che rende l’individuo incapace di resistere all’impulso del gioco e delle scommesse nonostante l’individuo stesso sia ben consapevole delle conseguenze personali e sociali che tale abitudine può provocare. Soffrono di questo problema l’1,65% degli italiani (erano l’1,27% cinque anni fa). Circa 790mila giocatori cosiddetti “problematici” che potrebbero, in un brevissimo lasso di tempo, trasformarsi in giocatori d’azzardo.
La stima viene da una ricerca presentata da Sistema Gioco Italia, la federazione aderente a Confindustria che rappresenta gli operatori del comparto. L’entità del fenomeno e la velocità con la quale la ludopatia, forse più di molte altre dipendenze, si sia diffusa tra un numero incredibile di cittadini è sotto gli occhi di tutti, e i dati lo confermano. In tal senso, un contributo negativo è certamente giunto dalle nuove tecnologie e da tutte le applicazioni informatiche che mettono a disposizione degli utenti, anche dei più giovani, centinaia di piattaforme on line sulle quali provare l’ebrezza del gioco e tentare la vincita facile.
Abbandono dello studio e del lavoro, furti, truffe e reati di vario tipo, ossessione per l’esperienza del gioco, necessità di scommettere somme sempre più alte per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato e per alimentare l’illusione di recuperare le somme fin lì perdute. Sono questi gli atteggiamenti tipici dei soggetti affetti da questo disturbo del comportamento che rientra tra i disturbi del controllo degli impulsi. Analizzando proprio tali modi di fare, alcuni sociologi si sono spinti fino ad equiparare la ludopatia alla tossicodipendenza. Un paragone forse eccessivo, certo, ma non così tanto se si pensa come un soggetto affetto da ludopatia, anche in un tempo relativamente breve, possa arrivare alla rovina sua personale e della propria famiglia sia in termini sociali che finanziari, possa perdere il lavoro, la casa e ritrovarsi nell’indigenza e nell’isolamento più totale.
Un fenomeno, quello della ludopatia, assolutamente complesso, ormai ampiamente diffuso e con articolazioni, risvolti e sfaccettature tali da renderne certamente difficile il contrasto ed impegnativa ed onerosa la prevenzione. L’illusione di una vincita, la speranza di cambiare vita, il sogno di trasformarsi in uno dei tanti paperoni che i media ostentano come modelli di riferimento. Forse sono anche queste le motivazioni di chi gioca. Ma certo anche il desiderio di alienazione, di fuga da una realtà spesso dura e difficile e certamente diversa da come la immaginavamo, o la disperazione per un progetto che non si è realizzato o per una speranza infranta può rappresentare una causa scatenante. Crisi finanziaria, crisi dei valori, crisi dei modelli di riferimento, crisi nei rapporti sociali. Sembra che anche stavolta sul banco degli imputati debba finirci la tanto declamata crisi senza precedenti che sta flagellando senza fine questa generazione. Pur interessando fasce sempre più ampie e diverse della popolazione, infatti, la ludopatia miete certamente un numero maggiore di vittime tra coloro che già vivono in condizioni di disagio e di precarietà lavorativa ed economica e che cercano nel gioco il riscatto sociale, il facile guadagno, il colpo di fortuna in grado di invertire la rotta della propria esistenza.
Per arginare il fenomeno, Sistema Gioco Italia ha lanciato un piano che prevede il taglio di 11mila punti vendita e di 42mila macchine da gioco. Verranno inoltre chiusi gli esercizi che non saranno in grado di controllare l’abuso di macchinette da parte dei minori mentre verrà ridotto da otto a quattro il numero di giochi disponibili per ogni esercizio. Dal punto di vista della prevenzione intanto, dopo che il decreto legislativo 158 del 2012 ha inserito la ludopatia tra i livelli essenziali di assistenza definendo le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti coinvolti in un fenomeno ormai assolutamente dilagante, anche la Regione Lazio ha voluto lanciare la propria iniziativa. In un territorio in cui il fenomeno del gioco incide per 7,5miliardi di euro nel bilancio delle famiglie, l’Assessorato alle politiche Sociali ha infatti avviato la Rete degli sportelli no-slot.
Si tratta di una serie di centri specializzati che avranno il compito di accogliere le persone affette da ludopatia e i loro familiari e di orientarli verso i servizi socio sanitari ed i percorsi assistenziali presenti sul territorio. Gli sportelli no-slot avranno inoltre il compito di organizzare incontri e dibattiti, soprattutto nelle scuole e nei centri di aggregazione, per diffondere il più possibile una nuova consapevolezza dei rischi che derivano dalla dipendenza dal gioco d’azzardo. Un milione lo stanziamento previsto dalla Regione e 51 i centri di ascolto che saranno attivati. I primi 15 saranno in ognuno dei Municipi di Roma Capitale. Gli altri 36 uno in ogni distretto socio sanitario della Regione.