Da parte di Sabina Radicale c’è rammarico, ma non delusione per il risultato generale del Lazio: rammarico per una occasione persa; non persa dai radicali, o dalla sinistra, ma persa dai cittadini tutti, laziali e anche, indirettamente, italiani tutti.
Nessuna delusione, perché nessuna illusione ci eravamo fatti su una competizione elettorale che sin dall’inizio avevamo annunciato come illegale, dalla fase di raccolta firme a quella di propaganda; siamo anzi soddisfatti di aver potuto porre il problema davanti a tutti i cittadini, prima con lo sciopero della sete di Emma, poi grazie alla catastrofe di illegalità del PdL romano e milanese; cittadini che hanno avuto anche la evidenza dell’impegno di Silvio Berlusconi come straordinariamente fuori da ogni legge e regola di paese civile e democratico, così tanto da far multare TG1 e TG5 (da parte dell’AGCOM) per le discriminazioni perpetrate già nelle prime settimane (niente rispetto agli ultimi giorni…).
Questi temi (legalità, trasparenza, stato di diritto) d’ora in poi non potranno essere assenti dalla agenda politica, specialmente della sinistra e del suo elettorato; perciò li proponiamo anche localmente da subito ai nostri alleati di coalizione, nell’associarci alla richiesta di incontro avanzata dall’IdV.
C’è viva soddisfazione, invece, per il risultato della lista. Il 3,2 in provincia e 3,3 in città sono ben più dei già notevoli 2,1 e 2.4 di appena nove mesi fa. Questi risultati fanno della Lista Bonino Pannella l’unica ad avere guadagnato in percentuale ed addirittura in voti, 400 in più nonostante l’astensionismo; né questo risultato può essere attribuito ad un effetto traino di Emma Bonino come candidata presidente, perché lo stesso risultato non si riscontra per la lista nelle altre province.
Siamo ora in provincia la quarta forza della sinistra, la terza in città ed addirittura la seconda in diverse zone, come ad esempio l’alta valle del Tronto. Tutto ciò senza avere un traino di amministratori comunali o provinciali, senza nessuna promessa clientelare, ma solo aggregando elettori sulla condivisione di una analisi e una linea politica, a cui la stimabilità dei nostri candidati fa solo da supporto.
Ottimo peraltro è stato il riscontro dei nostri candidati; a qualcuno le preferenze sono sembrate poche, ma il voto di preferenza va contestualizzato: chi vota radicale, specialmente in un contesto in cui l’elezione non è obiettivo probabile, non vota, differentemente da molti altre liste, innanzitutto per il candidato e poi, perché ne consegue, per la lista. Né i candidati sono il mezzo per contarsi in una competizione tra "anime" della lista stessa (che sia PD o PdL, o Comunisti; addirittura nella lista Polverini o nel PD si è giunti, per abbondanza di anime, a contare le preferenze volutamente non espresse!): per i radicali, la preferenza è realmente l’espressione di una "preferenza" fra i due candidati, ed i numeri di Paris e Campanelli sono ragguardevoli: basti pensare che il primo dei radicali eletti a Roma, ha ricevuto 776 preferenze, vale a dire una ogni 2600 votanti, mentre a Rieti ne abbiamo una ogni 400.
A questo proposito, segnaliamo che anche un radicale sabino sarà in consiglio regionale, in quanto il primo degli eletti della lista Bonino Pannella vive ed opera nella "Sabina allargata" che tutti auspicano: è il 40enne Giuseppe Rossodivita, da Monterotondo, legale delle associazioni radicali; Rossodivita si è occupato dei casi più noti e significativi, come quelli Welby ed Englaro, ma adesso purtroppo anche di quello meno serio di Diego Sabatinelli, comparso ieri in tribunale, accusato di violenza privata ai danni di Alfredo Milioni.
Confortata dal giudizio positivo dei cittadini, ora Sabina Radicale potrà operare, anche attraverso i suoi rappresentanti istituzionali (Giuseppe Rossodivita e Matteo Mecacci, deputato di questa circoscrizione e membro della nostra associazione, già a Rieti per la chiusura della campagna elettorale), con ancora più forza per le emergenze e per il futuro di Rieti e della Sabina.