Uno degli aspetti più qualificanti dell’essere “amministratore” di una Città è quello di dedicare impegno, energie ed entusiasmo alla soluzione dei problemi, piccoli e grandi, della propria comunità; le elezioni dovrebbero servire, di volta in volta, ad individuare le persone più adeguate a questo scopo, cioè ad operare le “scelte” migliori, facendo “sintesi” tra tante istanze diverse e spesso contrapposte.
La tempestività, la qualità delle soluzioni, la loro “disinteressata” adozione sono le precondizioni per svolgere adeguatamente questo impegno assunto con gli elettori.
Nessun programma elettorale dei candidati Sindaci alle ultime elezioni comunali del 2012 prevedeva la pratica delle “non scelte” e/o la delega di esse a soggetti “estranei”; men che meno lo prevedevano quelle forze che fanno, o che hanno fatto, del riformismo la loro cifra distintiva.
RIETIVIVA, e con essa larghissime fasce di opinione pubblica, trova sconcertanti i ritardi, le incertezze, gli appelli dilatori, le elusioni dalle responsabilità, di fronte alla più grave crisi dal dopoguerra che la Città di Rieti sta attraversando; crisi certamente nazionale, crisi certamente frutto di un ventennio delle giunte Cicchetti-Emili, crisi però che oggi si sta, se possibile, aggravando con il sistematico rinvio della soluzione dei NODI CRUCIALI attorno cui ruota la prospettiva di sviluppo e di modernizzazione del nostro territorio.
In RIETIVIVA, magari con più forza, ma anche in tutti i programmi elettorali vi era un impegno a RISOLVERE, dopo diversi decenni, la PROBLEMATICA delle AREE EX INDUSTRIALI, da ricondure ad un DISEGNO UNICO di valorizzazione (dalla vicina TERNI , alle tante città italiane ed europee gli esempi non mancano);
dello stallo dei Programmi Integrati della Ex Montedison e della Ex Snia Viscosa ci siamo occupati più volte, e ci torneremo; ma oggi vogliamo puntare i fari sugli esiti dell’ultimo Consiglio Comunale che ha di fatto “sospeso” il Piano di Recupero presentato dalla Coop Centroitalia per la ristrutturazione e la valorizzazione dell’Ex Zuccherificio; a 12 anni dall’avvio della procedura,e a più di 2 anni dalla presentazione dell’ultima proposta, bisognava che gli Amministratori avessero il coraggio di SCEGLIERE in autonomiaaffermando che il Progetto Coop Centroitalia era un TASSELLO IMPORTANTE della strategia di intervento sulle indilazionabili problematiche della fascia urbana ex industriale rimuovendo gli ipotetici intralci di natura urbanistica con provvedimenti ad hoc: rimozione del vincolo sia per quanto attiene alla presenza di un “BOSCO” sia per quanto riguarda il FOSSO RIO; non nascondendosi e non lasciando quindi ad un AGENTE della FORESTALE e ad un GEOMETRA della Regione la responsabilità di determinare le scelte urbanistiche più importanti dal 1970 ad oggi; sarebbe risibile e apertamente pretestuoso considerare dirimenti i due elementi “naturalistici”: il BOSCO il cui VINCOLO è frutto solo dell’incuria per la mancata manutenzione dell’area, il FOSSO RIO perché il suo VINCOLO sia a monte che a valle dello Zuccherificio risulta AGGREDITO e IGNORATO perfino dalla Pubblica Amministrazione con il suo parziale interramento.
La conseguenza, al momento particolarmente nefasta, di questi atteggiamenti è stata la RINUNCIA IRREVERSIBILE della COOP CENTROITALIA all’intero investimento:
60 MILIONI di euro – COINVOLGIMENTO del tessuto economico locale per l’EDILIZIA e il suo INDOTTO- 200 POSTI di LAVORO – DISPONIBILITA’ a modificare la destinazione d’uso degli IMMOBILI da conferire al Comune di Rieti.