Credo che gli avvenimenti degli ultimi mesi, ed in particolare degli ultimi giorni impongano un’attenta riflessione del nostro partito su quelle, che senza scomodare l’oramai abusata allocuzione “questione morale”, si prefiguri come la necessità di un codice etico del P.D.L.
Non entro sulle questioni giudiziarie, di competenza della magistratura, organo nel quale, con le dovute eccezioni, ancora credo, ma sul meccanismo delle scelte che la politica compie la dove si trova ad amministrare.
Il sovrapporsi, che è diventato oramai pericolosamente frequente, tra propria professione e ruolo pubblico, crea delle discrasie, che se, come purtroppo è accaduto, anche non terminano con inchieste, creano i presupposti perché rimanga alimentato il sospetto di un intreccio tra interessi pubblici e privati.
Tu, profondamente cattolico, sai come la stessa dottrina chiede a Dio di non “indurre in tentazione”, poiché la nostra natura umana è fallace e debole, e forse anche la politica dovrebbe fare tesoro di tali insegnamenti.
Rieti, Antrodoco sono e rappresentano i casi più eclatanti di un sistema che se non gestito ed indirizzato politicamente rischia di tracimare dai palazzi della politica alle aule giudiziarie.
Ti chiedo pertanto di affrontare, anche e soprattutto prima delle elezioni regionali, queste questioni in direzione provinciale, al fine di tracciare un codice di comportamento nelle scelte che possa essere di riferimento ai nostri sindaci, troppo spesso vittime di pressioni elettoralistiche. Anche perché non credo che ci si possa, onestamente rifugiarsi nel “così fan tutti”