Lettera di auguri di Mariolina Ciarnella, presidentessa IRASE Nazionale, ad Edgar Morin

“Ti rivolgo gli auguri con l’incipit del tuo saggio “Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione”. Non è una tua frase e tu lo dici, l’hai ripresa da Rousseau.

Che bella sorpresa il libro! Mi aspettavo un trattato sull’educazione ed invece è un testo introspettivo, sulla capacità di ben vivere. In realtà, precisi subito che l’arte della vita non si insegna ma un buon educatore può aiutare ad impararla attraverso strumenti – soprattutto di pensiero – che permettano alla complessità che caratterizza inevitabilmente il reale, di essere accolta, in modo da affrontare le contraddizioni senza evitarle, superando le “alternative giudicate insuperabili”.
Senza regole precise ma indagando la complessità fino a trovare interconnessioni, fino a legare i saperi e i pensieri… per insegnare a vivere. Vivere inteso non solo come essere in vita, come sopravvivere ma inteso come poter compiere le proprie inclinazioni, i propri talenti e le proprie attitudini, poter “essere bene”.

La riforma del pensiero, quindi, per te, deve essere accompagnata da una riforma della vita che conduce verso il ben-vivere, espressione che tu utilizzi per esplicitare lo scopo della riforma dell’educazione. Al centro di quello che tu proponi come impianto scolastico c’è il rapporto insegnante alunno: “Ritrovare una missione insostituibile, quella della presenza concreta, della relazione da persona a persona, del dialogo con l’allievo per la trasmissione di un fuoco sacro e per la delucidazione reciproca di malintesi”

E poi è bellissimo quando dici, così come scriveva Rousseau: “Per insegnare c’è bisogno dell’Eros, cioè dell’amore. E’ la passione dell’insegnante per il suo messaggio, per la suamissione, per i suoiallievi che garantisce un’influenza possibilmente salvifica, che fa sbocciare una vocazione da matematico, da scienziato, da letterato”

E questo significa che bisogna rivedere il modo di insegnare, rivedere la didattica: “E’ tutto il sistema di educazione contemporaneo, fondato sul modello disciplinare dell’università e sulla disgiunzione fra scienza e cultura umanistica, che bisogna nello stesso senso rivoluzionare”

Devi sapere, però, – prosegue Ciarnella – che la pandemia ha portato gli insegnanti a dover imparare in meno di tre mesi “il pensiero digitale”, per cui abbiamo compreso meglio quanto tu scrivi con la metafora del “Direttore d’orchestra” che deve invertire il corso stesso delle lezioni.

Dice ancora Morin: “L’insegnante non distribuisce più come priorità il sapere agli allievi. Una volta fissato il tema di un compito o di un’interrogazione orale, sta all’allievo trarre da Internet, dai libri, dalle riviste e da tutti i documenti utili la materia del compito o dell’interrogazione e presentare il suo sapere all’insegnante. E quindi sta a quest’ultimo, vero direttore d’orchestra, correggere, commentare, apprezzare l’apporto dell’allievo, per arrivare, nel dialogo con i suoi allievi, a una vera sintesi riflessiva del tema trattato”.

Gli insegnanti in questo periodo, così particolare, hanno veramente rivisto il modo di fare didattica e sarai contento di saperlo e lo avrai anche accertato. Ed allora:

BUON COMPLEANNO MAESTRO!
Come regalo ti presento una delle tante buone pratiche di didattica che sono state organizzate dalle Scuole, per non lasciare soli gli alunni e le famiglie, la didattica cooperativa, laboratoriale che fa parte del tuo manifesto e che ci auguriamo diventi il nodo centrale del processo riformatore”.

La lettera di auguri ad Edgar Morin per i suoi 100 anni (è nato l’8 luglio del 1921) è di Mariolina Ciarnella, presidentessa dell’IRASE Nazionale con cui la Uil Scuola di Rieti organizza da moltissimi anni corsi di formazione a livello territoriale. Il filosofo Morin è stato spesso più volte citato dai vari relatori dei corsi, tra cui citiamo anche l’Ispettore tecnico emerito Maurizio Tiriticco.