Nel giro di meno di un anno si è costretti a constatare che anche l’operazione Evergreen, con la quale i responsabili del fallimento della Coop Risparmio 76 hanno tentato di arginare, senza peraltro riuscirci, le conseguenze del disastro cui avevano condotto la cooperativa, si è rivelata, come era ragionevole prevedere, l’ennesima debacle annunciata.
Con la definitiva chiusura del punto vendita reatino “I Cubi” a Villa Reatina, sfrattato per morosità, che segue alle chiusure, già avvenute nei mesi precedenti, dei punti vendita di Montopoli-Poggio Mirteto e Passo Corese, si consuma l’ultimo atto di una tragedia che toglie il lavoro agli oltre cento addetti, comprensivi di coloro che, ignorando le norme, erano stati tenuti fuori illegalmente dalla nuova gestione, fa disperare le centinaia di soci prestatori che avvertono incombente il rischio di non poter rientrare in possesso dei loro risparmi, allarma le decine di fornitori di merci e affittuari d’immobili che rischiano di perdere definitivamente i loro crediti, getta nello sconforto le migliaia di soci disseminati in tutta la provincia che hanno creduto nella possibilità di far vivere una impresa cooperativa fatta nascere dai lavoratori della SNIA-Viscosa e che la vedono scomparire.
Questi fallimenti hanno un nome ed un cognome e sono il risultato di gestioni assai disinvolte, poco attenti agli equilibri economici di una azienda ed alla sua razionale evoluzione e, più congeniali a realizzare disegni personali di potere, anche politico.
Non è per caso che i nomi dei consiglieri di amministrazione della cooperativa coincidevano con i nomi dei dirigenti di partito e con quelli di consiglieri provinciali, assessori, consiglieri comunali. Un sistema di potere che si è perpetuato anche con l’avallo di chi avrebbe dovuto contrastarlo e che l’ha invece coperto fino a consentirgli di portare a termine l’ultimo regalo (Evergreen) sponsorizzandolo. Evergreen nasce in questa ottica pilotata dai soliti dirigenti e amministratori di Coop Risparmio 76 con l’avallo della lega delle cooperative regionale ed il sostegno dell’allora Presidente della provincia.
Non bisognava essere degli esperti per capire che la soluzione Evergreen non aveva le basi minime per essere credibile. Le motivazioni per le quali da più parti s’insisteva per evitare di percorrere una strada che avrebbe potuto condurre all’ennesimo disastro sono state ampiamente esposte ma i sostenitori di quella scelta non hanno voluto tenerne conto ed oggi abbiamo sotto gli occhi le conseguenze.
Giunti a questo punto sembra esistere una sola possibilità di vedere concludersi positivamente questa triste vicenda, quella di chiedere ai liquidatori di Coop Risparmio 76 di prendere subito in esame la proposta avanzata da Coop Centro Italia sperando che possano accoglierla perché coincidente con le possibilità esistenti di tutelare gli interessi che sono tenuti a garantire.