Le dichiarazioni pubblicate dai media locali del consigliere Moreno Imperatori, che con notevole attenzione alle vicende interne del Partito Democratico spaziano da D’Alema a Lodovisi, meritano un paio di osservazioni.
Sulla legge elettorale, innanzitutto. Sostiene Imperatori: "l’idea di tornare a una legge per cui Prodi nel ’96 vinse le elezioni prendendo più di un milione di voti in meno di Berlusconi ha in sé qualcosa di profondamente antidemocratico".
Primo: l’attuale legge elettorale consente ad un solo partito, attestandosi attorno al 35% dei consensi, di ottenere una maggioranza alla camera pari al 55% dei seggi, falsando del tutto l’effettivo risultato della consultazione. Questo sarebbe più democratico?
Secondo: del tutto antidemocratica è l’attuale legge elettorale, tra l’altro elegantemente definita "porcata" dal suo stesso ideatore, che permette alle segreterie dei partiti di nominare tutti i parlamentari, mettendo in evidenza il carattere di "casta" della classe politica italiana, e togliendo ai cittadini il diritto di scegliersi il proprio rappresentante.
Una legge, il porcellum, che in Italia ha creato un vulnus democratico non rintracciabile in nessun’altro paese europeo. Il principio cardine di ogni democrazia parlamentare, in funzione del quale l’esecutivo rende conto del proprio operato al parlamento, unico organo rappresentativo della sovranità popolare, risulta da noi completamente rovesciato, a causa dei parlamentari della maggioranza che devono la loro poltrona alla volontà esclusiva (e agli interessi privati) di due persone: Berlusconi e Bossi.
Per quanto attiene poi alle osservazioni del consigliere Imperatori in merito alla discussione interna al Partito Democratico, facciamo notare come a nessun dirigente, militante o elettore del PD passi neanche per l’anticamera del cervello di chiedere il deferimento ai probiviri del partito di chi esprime una linea di dissenso, e meno che mai di chiederne l’espulsione. Cosa che invece avviene nel PDL nei confronti di chi devia dalla linea dettata dal Padre/Padrone del partito.
Sarà anche vivace il dibattito al nostro interno, ma in un grande partito riformista c’è spazio per le idee di tutti. E tutti hanno il diritto di esprimerle. L’Assemblea Nazionale è il luogo poi, dove le idee vengono trasformate, a maggioranza, in linee politiche, cui tutti si adeguano, anche se contrari, D’Alema compreso.
Infine, prendiamo atto di come, al richiamo ad un maggior senso di responsabilità istituzionale da parte del PDL, effettuato dal segretario del PD provinciale Vincenzo Lodovisi, si preferisca rispondere evocando inesistenti scenari di contrasti tra le anime del partito. Forse, nel maldestro tentativo di nascondere le lacerazioni interne al PDL che hanno animato le cronache politiche di Rieti nelle ultime settimane.