Si sta per concludere un anno difficile. Un anno che ha visto la UIL Rieti e della Sabina Romana impegnata per cercare di arginare l’emorragia di posti di lavoro nella nostra provincia. Un anno scandito da crisi e da speranze frustrate poi dalla realtà.
“In questo scenario – dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – il nostro pensiero va a tutte quelle persone che vivono un futuro professionale incerto perché precario o perché in cassa integrazione, come nel caso della IMR, o peggio ancora perché l’azienda ha chiuso definitivamente i battenti, come accaduto all’azienda Antica Pasta di Greccio”.
Il panorama è sconfortante. Gala Salsonica, Ritel, Smd: sono ancora ferite aperte che hanno impoverito il tessuto economico reatino. Anche se alla Reset il peggio sembra ormai alle spalle e anche se gli ex lavoratori Elexos hanno trovato una nuova collocazione, il bilancio dell’anno non può certo essere definito roseo. Il lavoro stabile e sicuro da queste parti è semisconosciuto. Quel poco che c’è è sottopagato, specie per le ragazze e i ragazzi. In un nostro recente approfondimento abbiamo infatti dimostrato come gli under trenta del reatino occupati nel settore privato escluso quello agricolo percepiscano mediamente poco più di 12mila euro l’anno, mentre la media di tutte le lavoratrici e i lavoratori dello stesso settore è di 17.690 euro.
“E’ la discontinuità lavorativa che decreta vulnerabilità e che frantuma le speranze dei giovani – spiega il sindacalista – è impossibile infatti progettare un futuro se ragazze e ragazzi sotto i trenta anni hanno potuto far affidamento nel 2022 soltanto su 190 giornate retribuite. E’ contro questo sistema perverso, che da un lato genera nuovi poveri e dall’altro rinuncia in partenza al contributo di innovazione e competenze delle nuove generazioni, che noi lotteremo senza sosta fin quando non sarà demolito”.
“C’è un nucleo industriale da rivitalizzare e da rilanciare – aggiunge Paolucci – l’impegno di tutte le istituzioni sarà fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Bisogna far presto perché se prima della pandemia le persone occupate a Rieti e provincia erano circa 58mila a fine 2022 erano scese poco più di 55mila. E i dati che a breve saranno disponibili dei dodici mesi di questo questo 2023 con ragionevole certezza non potranno indicare un recupero occupazionale in grado di compensare l’emorragia che ha colpito questo territorio”.
“Il nostro è un sindacato, laico, pluralista e riformista – conclude Paolucci – la Uil continuerà a rappresentare e tutelare lavoratrici e lavoratori con determinazione e rinnovato impegno. A tutti loro auguriamo un anno migliore, un anno di lavoro stabile e sicuro. Un anno che faccia passi avanti per mandare definitivamente in pensione il precariato”.