L’ASSESSORE REGIONALE ALDO FORTE A RIETI PER PARLARE DELLA RIFORMA SOCIALE

Forte, ex assessore Regione Lazio

“Come Regione intendiamo migliorare il sistema dei servizi sociali del Lazio. Un sistema che ancora si regge su una legge datata, risalente al 1996, che non è più in grado di rispondere ai nuovi bisogni sociali. Da qui l’esigenza di un nuovo strumento normativo, come la nostra proposta di legge. Un testo base, fortemente innovativo, su cui stiamo conducendo un confronto a 360 gradi proprio come qui a Rieti, tanto con i rappresentanti territoriali, quanto con quelli delle associazioni, del volontariato, del mondo della cooperazione sociale e degli operatori del settore”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte, durante l’incontro che ha tenuto presso l’aula del Consiglio provinciale di Rieti, per discutere con gli enti territoriali e il terzo settore sulla nuova proposta di legge regionale di riforma dei servizi sociali del Lazio.

“La nostra riforma – ha aggiunto Forte – vuole costituire una risposta anche per i tanti piccoli comuni della provincia di Rieti che sono chiamati dall’ultima manovra finanziaria del governo a consorziarsi per erogare i servizi sociali. Questo grazie al nuovo modello organizzativo basato sul Consorzio Oasi che, allargando l’ambito territoriale, non solo ci permette l’ottimizzazione delle risorse, ma soprattutto un’adeguata e omogenea diversificazione dei servizi su tutti i territori regionali, così da evitare che alcune tipologie di strutture o di interventi siano concentrati solo in una provincia, mentre le altre ne siano completamente sprovviste”.

All’incontro ha partecipato anche l’assessore alle politiche sociali della provincia di Rieti, Luigi Taddei, il quale ha espresso le sue perplessità sul testo di legge, che “concentra eccessivamente le decisioni e le competenze in capo alla Regione, mentre svuota del tutto le province del proprio ruolo”. Taddei ha anche evidenziato una “certa marginalizzazione del terzo settore nell’ambito della programmazione e della verifica degli interventi”. E ha suggerito delle modifiche per quanto concerne i criteri di riparto delle risorse, “affinché siano distribuite con maggiore equità tra i territori, anche prendendo in considerazione le peculiarità territoriali come, ad esempio, la natura oleografica della provincia di Rieti”.

Di opinione opposta, invece, Ettore Saletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Rieti che si è augurato che “il testo trovi velocemente approvazione presso il Consiglio regionale”. Saletti ha motivato la sua posizione dichiarando di condividere “l’impianto e l’idea di fondo della proposta di legge regionale”, in particolare “il raccordo delle Oasi con le Asl, dal momento che finora si è registrato un eccessivo scollamento tra gli interventi di tipo sociale e quelli sanitari”, mentre a suo giudizio “è necessario riequilibrare i due, spostando interventi e risorse sul sociale che, soprattutto per quanto riguarda i problemi della terza età e della non autosufficienza, è garanzia di una maggiore appropriatezza”. Infine, Saletti ha sottolineato alcuni vantaggi della formula dei consorzi Oasi tra Comuni, ovvero “la possibilità di accedere a credito e, quindi, di disporre di autonomia finanziaria, nonché la sistemazione del personale precario degli uffici di piano”.

Oltre a quello politico, folta la presenza del mondo dell’associazionismo che ha preso la parola per esporre le criticità che si registrano sul territorio. Come nell’intervento di Sabrina Buzzatti della Cooperativa sociale Nemo, che ha portato all’attenzione dell’assessore Forte “il rischio chiusura del centro che si occupa dei loro figli disabili. Chiudere significa – ha sottolineato Buzzatti – mettere a rischio i risultati ottenuti in tanti anni di sacrifici e di lavoro”.

L’assessore Forte ha concluso dichiarando la propria volontà di approfondire la situazione del centro e di continuare il confronto sui territori, invitando “a proposte concrete che entrino nel dettaglio, così da arrivare da qui a pochi mesi a dotare il Lazio di un nuovo strumento normativo. Confronto che non terminerà con l’approvazione della legge, ma conoscerà una fase ancor più importante nella successiva elaborazione della Rete sociale regionale, ovvero di quel piano socio-assistenziale che la nostra regione non ha mai avuto. Un piano che è imprescindibile per evitare che servizi essenziali siano legati a una logica emergenziale e per far in modo che invece rientrino in un sistema strutturato, frutto di programmazione e analisi dei bisogni”.