LA STORIA DI… GIANFRANCO E GIANCARLO è raccontata dalla direttrice di CNA Rieti, Enza Bufacchi.
A raccontare la storia in assenza di Gianfranco è Giancarlo, una figura dolce e un po’ malinconica che ripercorre la vita de “La Casa del Rame”, una importante impresa artigiana, nella quale nel tempo hanno lavorato più di cinquanta persone.
Ascoltarlo è un piacere, per quel che racconta, per come lo racconta. Gianfranco e Giancarlo sono fratelli e sono i figli di Pietro e Maria.
Ma la storia comincia ancor prima, negli anni ‘30, con Giovanni il padre di Pietro, “esperto di più cose”, capace di lavorare il “rame a sbalzo” ma anche scalpellare la pietra; è lui a creare “La Casa del Rame” che con il succedersi delle generazioni cambierà ragione sociale ma mai nome.
A Giovanni si aggiungono Pietro e sua moglie Maria, una donna quasi venerata, alla quale si deve molto del successo dell’azienda, entrambi un grande esempio per i figli. Infine Gianfranco, il maggiore, e Giancarlo, giovanissimi, in tempo per racchiudere in una sola avventura imprenditoriale tre generazioni: “Giovanni Mostarda, Pietro e Figli”.
Nel volgere degli anni l’azienda incrocia i mutamenti sociali e produttivi di quasi un secolo di storia italiana e con grande perizia mette a punto strategie per intercettare le nuove domande del mercato.
All’inizio produce in modo artigianale caldai, pentole, tegami e tanti altri oggetti in rame, all’interno stagnati per essere usati in cucina, e li vende nelle fiere dei paesi vicini a Poggio Bustone, dove l’azienda nasce. Nel dopoguerra, l’alto costo del rame e la sua scarsità inducono a commercializzare anche oggetti di alluminio e di legno prodotti da altre aziende.
Negli anni ‘50 la prima geniale intuizione: se gli oggetti in rame non avevano più un valore d’uso, perchè ormai le pentole erano di alluminio, potevano però avere un valore estetico e ornamentale, così ricominciano a produrre migliaia di contenitori in rame per l’industria dolciaria, come la Sperlari.
“Ne abbiamo prodotti a migliaia” ricorda Giancarlo, “e poi abbiamo cominciato a fare, portaombrelli, portavasi, anche questi a migliaia, li abbiamo portati in tutte le fiere, Milano, Firenze, e dopo tre o quattro anni anche una loro produzione in ferro battuto”.
Un ciclo particolarmente fortunato e redditizio, ma a metà degli anni ‘70 Giancarlo e Gianfranco si accorgono che anche questo mercato si è saturato e che bisogna di nuovo cambiare anche perchè intanto l’azienda è cresciuta e dà lavoro a “dieci operai e dieci apprendisti”.
Allora Giancarlo si mette a fare un’indagine di mercato, andando nelle fiere più importanti, Verona per l’agricoltura, Torino per l’allestimento dei camion, Padova per il mobile, tornando ogni volta con chili e chili di depliant per discuterne poi in famiglia. Questa ricerca e l’assunto fondamentale delle strategie imprenditoriali di Pietro – “Fai sempre qualcosa che possa piacere alle donne…perchè il mondo viene mosso dalle donne” – portano a decidere di puntare sul mobile, quanto di più vicino agli oggetti di arredo che già producevano.
“Ci siamo creati una falegnameria e un sistema produttivo”, racconta ancora Giancarlo, e di nuovo hanno affrontato il mercato e di nuovo è stato un successo. Fiere ovunque fino a Malta, esportazioni in America e in tutta Europa, fino al cinquanta per cento della produzione, interminabili viaggi per le consegne.
Da qualche anno, di nuovo i mutamenti negli stili di vita, la concorrenza straniera e, per finire, il covid, hanno nuovamente posto il problema di una ridefinizione della strategia aziendale. Un problema consegnato alla generazione successiva: Piersaturno, Maria Grazia, Maria Cristina, Gino Pietro. Una storia che per dimensioni, qualità, insegnamenti, meriterebbe un libro…intanto abbiamo scritto la quarta di copertina.
CASA DEL RAME DI MOSTARDA GIANCARLO E GIANFRANCO SNC
FRAZIONE BORGO S. PIETRO 69 POGGIO BUSTONE
Tel. 0746 688918 – 347 9407272 – 392 7329203
www.casadelrame.it