LA STORIA DI… EUGENIA è raccontata da Enza Bufacchi, direttrice CNA Rieti.
Lei è Eugenia e il suo piccolo e elegante laboratorio artigiano si chiama “Eughenes”: un nome che rimanda immediatamente alla Grecia antica e alla sua arte.
Borse di diversa foggia, grandezza e materiali, pezzi unici rigorosamente fatti a mano, proprio come piccole opere d’arte: “ogni borsa è unica”, dice Eugenia, “non ne ho mai fatte due uguali”.
Ed è proprio nell’Istituto d’arte, dove Eugenia si diploma nel 1989, che si accende la passione per le cose fatte a mano, allora in ceramica, ma nel tempo le sue mani maneggeranno tanti altri materiali. Dopo la scuola Eugenia si iscrive ad architettura ma non si laurea perché intanto è la famiglia e soprattutto i figli, Andrea e Arianna, a impegnare il suo tempo.
Quando loro sono cresciuti, oggi hanno rispettivamente ventotto e ventitré anni, Eugenia ha potuto riprendere la sua strada fino all’apertura nel 2020, in piena pandemia, del laboratorio. Ma nei tanti anni precedenti, mentre faceva per lo più la mamma, ha sperimentato di tutto: il restauro di mobili, il decoupage, il cucito, l’uncinetto.
Il passo successivo è stato quello di coniugare alcune delle tecniche che aveva sperimentato per lo più come autodidatta e le conoscenze sui materiali che aveva apprese all’università con le sue passioni per gli accessori, in particolare borse e scarpe.
“Sei anni fa”, racconta, “ho scoperto che la fettuccia che viene riciclata da vecchi indumenti, si poteva intrecciare realizzando degli oggetti fino alle borse”. “Allora”, continua, “non c’era il mercato dei cordini che c’è ora, in polipropilene intrecciati o ritorti, di varie dimensioni e di tutti i colori del mondo”, quelli che ora sono in bella vista nel laboratorio.
Le borse, che siano o no “il simbolo del ventre materno” come qualcuno le ha suggerito, sono prodotte con tutti i materiali, stoffa, lana, pelle, cordini, rafia – rigorosamente made in Italy, perchè sono “di qualità diversa”- e con almeno altrettanti attrezzi: aghi, macchina da cucire, taglierini, uncinetto, cacciaviti… Sia il materiale che la tecnica cercano di rendere al meglio l’interpretazione che Eugenia dà a “partire da quello che mi chiedono”, dice, per sottolineare l’amore che mette in questo lavoro artigianale che ha imparato da sola, sperimentando, fino a raggiugere la perfezione.
Ma il vero oggetto di culto, la passione di Eugenia, sono le scarpe “sono la cosa che mi piacerebbe fare di più”, il problema è che per fare le scarpe non basta essere autodidatte e così la realizzazione di questo sogno è per il momento rinviata e surrogata dall’applicazione di decorazioni a ciabattine realizzate da altri.
Il cruccio è la scarsa remunerazione delle creazioni prodotte in modo tanto accurato, lontanissima da quella degli accessori di brand tanto famosi, che qualche volta è costretta anche a riparare, e poi “mentre il brand ti omogenizza, il prodotto artigianale ti rende unica”, dice con un certo orgoglio. Ora che il Covid è passato Eugenia potrà smettere di resistere e impiegare le sue energie per far conoscere le sue bellissime borse. Auguri!
EUGHENES DI EUGENIA FOLI
Via Roma, 75, Rieti
Tel. 328 1895322